“Ci è voluto veramente coraggio a parlare di mobilità sostenibile proprio a Catania: il tempio per eccellenza ‘dell’inefficienza del trasporto pubblico urbano’,posto che lo stesso, è la prima ‘storica’ forma di mobilità sostenibile” E quanto sostengono in una nota, Romualdo Moschella e Giovanni Lo Schiavo, rispettivamente segretario provinciale di Faisa Cisal e Fast Confsal in merito alla II Conferenza nazionale sulla mobilità che si è tenuta nei giorni scorsi ai Benedettini. “Eppure, anche questo – aggiungono i sindacalisti - inverosimilmente, è accaduto in una città quale Catania, priva di un servizio pubblico urbano che possa considerarsi tale, al limite della decenza, che invece di assumere un ruolo di primaria importanza, in quanto, più rispettoso dell’ambiente, oltre a far meno danni alla salute dei cittadini è pressoché inesistente e dove il diritto alla mobilità è divenuto quasi un optional” Moschella e Lo Schiavo sottolineano che la crisi dell’Amt “è la rappresentazione plastica di questa aberrante realtà, abbandonata a se stessa, priva di qualsivoglia politica strategica di sviluppo, affogata da oltre 50 milioni di euro di debiti, dove il socio unico deve ancora trasferire somme per oltre 26 milioni di euro (anno di riferimento 2015), mentre la politica locale, inerme, sta a guardare”. “Ad eccezione di qualche timida incursione propinata alla collettiva, vedi da ultimo la “Pantomima” svoltasi in occasione del Consiglio straordinario, all’uopo convocato, per la grave crisi della società, l’Amministrazione Comunale, non è stata ancora capace di persuadere con iniziative incisive e concrete, finalizzate a salvare l’Amt dal default, in modo tale da poter restituire, serenità ai suoi lavoratori e come suole dirsi, per l’appunto, una “mobilità sostenibile” all’utente cittadino”, concludono Moschella e Lo Schiavo.