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Immigrazione e polemiche: in Sicilia sorgeranno due nuovi hotspot

10-03-2017 11:10

Stefania Baudo

sicilia catania, Messina, immigrazione, export, civati, scaletta, ettore di ventura,

Immigrazione e polemiche: in Sicilia sorgeranno due nuovi hotspot

hotspot-immigrazione-.jpg


Mineo e Messina le sedi prescelte. L'apertura di questi due nuovi centri per l'identificazione dei migranti è una novità importante in Sicilia. E, come prevedibile, immediatamente divampano le polemiche.


Immigrazione

: un tema sempre più ricorrente e che infiamma il dibattito civile. In Sicilia c'è una novità che sta già scatenando numerose


polemiche

:


l'apertura di due nuovi hotspot

, centri per l'identificazione dei migranti e che permettono di trattenerli per un periodo di tempo, sia pure limitato, all'interno della struttura. A confermarlo è stato il capo della polizia,


Franco Gabrielli

, durante l'audizione in commissione d'inchiesta sul sistema d'accoglienza dei migranti. I centri sorgeranno a Mineo e Messina, dovrebbero entrare in funzione


entro fine marzo

e si aggiungeranno a quelli di


Lampedusa

,


Pozzallo

,


Trapani

e


Taranto

, in Puglia.


Gli hotspot nascono con l'obiettivo di permettere


l'identificazione

dei migranti subito poco dopo gli sbarchi attraverso la registrazione delle


impronte digitali

. Tale procedura, tuttavia, non è stata esente da forti


critiche

, soprattutto in relazione alle


condizioni di permanenza dei migranti

e alle


lentezza dei meccanismi

identificativi.  Si tratterebbe, insomma, di strumenti fallimentari che, anziché accogliere i migranti, finiscono per bloccarli a tempo indeterminato.


Come prevedibile, diffusa la notizia, non è mancato il consueto coro di commenti e critiche, soprattutto in relazione all'


hotspot di Messina

, che dovrebbe sorgere


all'interno della caserma di Bisconte

, dove sono già dislocati alcuni migranti, e riuscire ad ospitarne ben


2.800

. Una decisione che ha colto di sorpresa l'intera classe politica, compreso il


primo cittadino Accorinti

, che riteneva tale opzione ormai scongiurata. Il sindaco, infatti, ha precisato come "


siamo assolutamente contrari all’hot spot e lo abbiamo sempre detto. Sono decisioni del ministero, e noi fino ad oggi non abbiamo avuto nessuna notizia ufficiale. Quindi chiamerò il ministero dicendo che abbiamo letto sulla stampa la notizia chiedendo se è vera. Se fosse così, la nostra posizione contraria l’esprimeremo in modo netto e forte

".


La presa di


posizione

di Renato Accorinti è stata nettamente


sconfessata

, tra gli altri,


dall'ex esperta del sindaco per la questione migranti, Clelia Marano

, la quale ha dichiarato come la decisione di creare un nuovo centro di identificazione migranti a Messina non possa considerarsi sorprendente, in quanto "


ben 4 anni fa ho partecipato a riunioni dove si è parlato già dell’hot spot e dove c’erano anche il vicesindaco e alcuni assessori e ho espresso la mia contrarietà alla realizzazione della struttura. Il sindaco era informato di tutto

." A confermare come tale scelta non sia affatto nuova ci sarebbe anche la


gara d’appalto

da circa


due milioni di euro

, bandita da Roma per ristrutturare le aree circostanti la


caserma Gasparro

, a Bisconte, destinata ad ospitare la futura struttura.


Tra rimpallo di responsabilità e diatribe, ahinoi, appare un'unica certezza: ancora una volta, a subire i risvolti negativi di una discutibile gestione dei flussi migratori dovrà essere la


Sicilia

. Per questo una domanda sorge spontanea: è possibile che realtà come gli hotspot vengano imposte dall’alto, senza che il territorio possa essere chiamato ad esprimere la propria opinione al riguardo?


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