La regione approva un decreto che prevede un finanziamento da oltre 14 milioni di euro, messi a disposizione per effettuare tre grandi interventi di bonifica in Sicilia. Il governo Musumeci attua quindi, almeno formalmente, quanto contenuto nel Piano regionale delle bonifiche, e dà inizio ad un percorso che prevede interventi sistematici in oltre 500 siti potenzialmente pericolosi. Vi lasciamo al comunicato ufficiale della Regione. Il decreto, firmato da Salvo Cocina, dirigente generale del dipartimento Acque e rifiuti, è stato da poco pubblicato sul sito della Regione e sulla Gazzetta ufficiale; ed entro trenta giorni i sindaci potranno presentare osservazioni. In totale, a disposizione dei Comuni c'erano circa 35 milioni di euro, sbloccati con un bando che si è chiuso a novembre; ma gli altri progetti presentati sono stati esclusi per mancanza dei requisiti. L'assessorato all'Energia e servizi di pubblica utilità, guidato da Alberto Pierobon, dovrebbe pubblicare nel giro di un mese un nuovo avviso per consentire di spendere tutte le somme. Tre gli interventi finanziati, il più consistente è previsto a Palermo, dove 11 milioni e mezzo di euro serviranno per la messa in sicurezza e il ripristino ambientale dell'ex discarica di Acqua dei Corsari, dove è prevista la realizzazione del Parco urbano intitolato a Libero Grassi. Si tratta di un'area di circa 11 ettari che verrà recuperata e messa in sicurezza anche attraverso la piantumazione e la realizzazione di barriere protettive. A Campofranco, in provincia di Enna, un milione e mezzo finanzierà la messa in sicurezza delle ex discariche in contrada Rizza, Manna e Chiartasi, mentre a Troina, nell'Ennese, con un circa un milione di euro si interverrà sulla discarica di contrada Nunziatella-San Silvestro. Inoltre un ulteriore finanziamento è stato sbloccato per completare la riqualificazione del porto di Scalo Galera nel Comune di Malfa, sull'isola messinese di Salina. Il finanziamento servirà per migliorare "le barriere di protezione delle banchine, lo scalo di alaggio e i fondali". Si tratta di strutture realizzate molto tempo fa da sindaci e prefetti, in base a norme meno rigide e situazioni di emergenza. Poi dagli anni Ottanta e Novanta le leggi sono cambiate e questi impianti sono stati dismessi, ma mai formalmente chiusi. La Regione, già diversi anni fa, li ha censiti in collaborazione con i Comuni: vi sono 511 siti potenzialmente pericolosi, nati anche 30 anni fa, con un'estensione molto vasta. Il governo Musumeci sembra intenzionato ad agire in merito con una maxi-operazione di bonifica.