Leggeteli gli articoli in calce perché è una storia incredibile
e riguarda tutti voi perché l'aeroporto è vostro
Mettiamo da parte per un attimo il servizio e lasciamo le elucubrazioni su torte e feste di paese al dopo, perché in prima battuta bisogna analizzare un fatto più serio.
La mattina del 22, proprio il giorno in cui a Catania si aspettava il Delta da New York, tra le 7:00 e le 8:00 quattro voli vengono dirottati: Pisa, Napoli, Bergamo e Roma.
Qui il video del volo Pisa-Catania con le dichiarazioni dell'Ufficiale:
A detta del comandante (o del primo ufficiale), la visibilità è scarsa e in continuo peggioramento, costringendo i quattro voli — tutti per lo stesso motivo — ad atterrare al Falcone-Borsellino.
Pur essendo la foschia un fenomeno particolarmente raro a Catania, il dirottamento verso un altro aeroporto è una prassi comune perché a quanto pare a Catania, a differenza di altri scali anche di minore importanza, non è presente la strumentazione per atterraggi ciechi. Altrettanto comune è far eseguire all’aeromobile una procedura chiamata circuito d’attesa, per vedere se nel frattempo le condizioni meteo possano migliorare.
Le condizioni migliorano? Peggiorano? Alle 8:34 il volo Delta DL244 atterra a Fontanarossa, mentre il RY8268, insieme agli altri tre voli, quarto d'ora più quarto d'ora meno, toccano terra, ma a Palermo.
I fatti che ci interessano sono due, e molto distanti tra loro: uno tecnico, l’altro — decisamente più interessante — politico.
Il comandante lo dice chiaramente:
«Catania non ha la strumentazione adatta per atterrare con scarsa visibilità».
Probabilmente si riferisce al sistema ILS, o Instrument Landing System, che è un sistema elettronico installato sia a terra che a bordo, progettato per guidare con precisione gli aerei nella fase finale dell’avvicinamento alla pista. Un sistema fondamentale per garantire atterraggi che diano meno noie ai piloti, soprattutto quando la visibilità è compromessa, ad esempio, dalla nebbia.
Quindi la domanda è: Catania ha o non ha questa strumentazione? Su carta parrebbe di sì, che poi le antenne dell'ILS siano diventate degli appendiabiti non possiamo escluderlo a questo punto.
Poi c’è il secondo fatto, più croccante: il Delta doveva atterrare a Catania. E niente, nemmeno un'apocalisse, lo avrebbe fermato. Il 767 doveva necessariamente posarsi sulla nostra pista. Un eventuale dirottamento, infatti, sarebbe stato un pasto mediatico molto difficile da digerire. Basta immaginarli prendere il pulmino con bandierine, forbici, francobolli, porta-torte in polistirolo e costretti a guidare da Catania a Palermo. Non avrebbero retto il colpo.
E sia chiaro, una lancia la vogliamo spezzare, perché i dirottamenti per motivi meteorologici sono operazioni pressoché di routine. Quello che ci porta a scrivere di questo episodio, che in sé non è straordinario, è il contesto. Perché, senza voler giocare con i “se” e con i “ma”, la SAC è abituata a un comportamento spregiudicato sotto il punto di vista comunicativo e opaco sotto quello amministrativo. Ed è per questo che, almeno noi, le… antenne le attiviamo e vogliamo capire se per nascondere una figura barbina si sarebbe fatto di tutto per far atterrare quel volo.
Andiamo invece alla festa di inaugurazione, una tragedia.
Se l’ultima volta Monsignor Renna, a due giorni dalla morte del Papa, era venuto a benedire la sala VIP — benedizione che non ha sortito effetto, dato le recenti infiltrazioni d'acqua — stavolta non c'era nemmeno il chierichetto a tenere il turibolo. Dagli applausi nel servizio infatti si può palpare la solitudine; nessuna traccia del Sindaco Trantino, di un membro della Camera di Commercio, Confindustria o dell' ASI. Solo giornalisti.
E infatti, preso sicuramente dalla noia, l'AD Nico Torrisi, anziché curare i rapporti con i vari funzionari americani Delta, azienda da 47 miliardi di fatturato, avvicina il presente e si prende un po' di tempo per esprimere delle rimostranze circa alcuni articoli, non premurandosi nemmeno di ringraziarci, dato che la nostra assenza sarebbe pesata come un macigno sul numero totale dei partecipanti.
Tra l'altro, proprio per onestà intellettuale: il volo Catania - New York era molto atteso, sia dai siciliani che dagli americani e figuriamoci se Delta non ha indagato sulla domanda e la potenzialità del volo. Ma allora perché non c'era nessuno? Perché per un evento così importante non c'era la traccia di una personalità di spicco?
Semplice, e lo ripetiamo: non vogliono mescolarsi con la SAC, persino Schifani ha capito il gioco e la filosofia da adottare: "ti elogio, ma non mi faccio vedere".
E così, Schifani docet e fa da mosca cocchiera -riuscendoci- a tutti, persino ai soci . Si preferisce quindi inaugurare qualche panificio, un parchetto pubblico per i cani o la fontana del comune.
Nel frattempo che viene tagliata la torta, qualcuno ha visto volare su Comiso non aerei, ma oggetti di scena.
Il caso del deserto aeroporto di Comiso, portato sotto i riflettori da Gianfranco Fidone, sindaco di Acate, condiviso da tutti i giornali, nazionali e non, è diventato un esempio del primo aeroporto-teatro.
Infatti arriva l’aereo (probabilmente l’unico della giornata), da dietro le quinte escono tutti i lavoratori, la sicurezza, gli operatori, il bar alza la saracinesca e poi, proprio come a teatro, i viaggiatori/spettatori vanno via e sipario: tutto ritorna vuoto. Più che a Pio La Torre, dovrebbe essere dedicato a Dario Fo.
La SAC dirige due aeroporti deserti: uno fisicamente, l'altro politicamente.
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"SAC Aeroporto di Catania, negato accesso agli atti: Ma non era tutto trasparente?"
Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!


