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Lo strano caso della "giravolta spaziale" dell'oppositore cronico Matteo Iannitti che ora il "percorso" lo far

29-01-2021 06:10

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, Focus, enzo bianco, matteo iannitti,

Lo strano caso della "giravolta spaziale" dell'oppositore cronico Matteo Iannitti che ora il "percorso" lo farà con ...Enzo Bianco

IL PROBLEMA DELLA CITTÅ È "L'OPPOSIZIONE"

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È una "notizia" che potrebbe avere un valore prossimo allo zero assoluto considerato il contesto, ma la segnaliamo per la rilevanza che gli hanno dato i due "protagonisti", l'ex sindaco plurindagato Enzo Bianco ed il suo storico "oppositore" Matteo Iannitti, un ex giovane esponente della "sinistra dura e pura" che fa una marcia indietro che neanche Goldrake.

 

La diamo perché rappresenta una delle tante dimostrazioni che tra i più gravi problemi di questa disgraziata città non c'è soltanto una classe dirigente inadeguata e spesso corrotta quanto la qualità di una "opposizione" nella migliore delle ipotesi del tutto incapace di incidenza quando non arriva a consociativismi insopportabili, persino "riconoscendo" all'avversario "qualità antimafiose" che prima rappresentavano l'accusa principale.

 

Non è questione di "coerenza", attitudine che non si considera neanche un valore: cambiare idea è lecito, ma quando è troppo, è troppo!

Vediamo cosa è successo.

A Matteo Iannitti, leader del Movimento Catania Bene Comune il cui unico esponente conosciuto è lui stesso, abbiamo spesso dato spazio su queste pagine: i suoi numerosi interventi di denuncia contro le varie amministrazioni comunali sono sempre stati molti duri e nei confronti di Enzo Bianco particolarmente feroci.

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Tra le carezze riservate da Iannitti all'ex sindaco Bianco, la richiesta di dimissioni da presidente dell'assemblea dell'ANCI a seguito della dichiarazione di dissesto del comune di Catania cui la procura di Catania e la Corte dei Conti gli attribuiscono la responsabilità.

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Gli interventi sono tantissimi e sfociano in una querela che l'allora sindaco Bianco, assisitito dal suo avvocato Giovanni Grasso, sporge nei confronti di Iannitti e del giornalista Marco Benanti per averne pubblicato un comunicato in cui si poneva l'accento su una intercettazione di un colloquio tra lo stesso Bianco e l'editore de La Sicilia Mario Ciancio Sanfilippo.

 

La reazione dei "duri e puri" a questa querela, evidentemente non ci sono abituati, fu durissima, da "attacco alla democrazia", con tanto di conferenza stampa e solidarietà di ogni tipo.

Demmo conto anche di questo.

Ma il tempo passa ed "ex giovani oppositori crescono", mettono su famiglia, hanno altre priorità...e cambiano idea.

Ieri quindi la diffusione del comunicato che annuncia la "pace fatta", che ci potrebbe anche stare se non contenesse affermazioni che rinnegano clamorosamente affermazioni e principi sbandierati per anni.

 

Vediamo il comunicato, ripreso e diffuso persino dall'ANSA oltre che fare bella mostra nelle rispettive bacheche FB dei due comunicatori:


"E' stata rimessa, davanti il Tribunale di Catania, la querela per diffamazione che l'ex sindaco Enzo Bianco aveva presentato contro Matteo Iannitti di Catania bene comune e il giornalista Marco Benanrti a seguito di critiche ed accuse rivolte dal politico all'ex sindaco, che erano state ritenute lesive. La decisione che fa decadere il contenzioso legale e tutti i successivi passaggi, si legge in un comunicato congiunto firmato da Bianco e Iannitti, avviene "dopo un confronto nel quale le parti hanno dato atto reciprocamente
atto della piena correttezza dei comportamenti di ciascuno, pur nelle normali differenze delle rispettive posizioni politiche".

 

Entrambi, inoltre, auspicano "un confronto e una collaborazione per il bene della città, a partire dai temi della legalità e della lotta alla mafia".
 

"Abbiamo deciso insieme - affermano Enzo Bianco e Matteo Iannitti  - di chiudere una vicenda processuale che ci vede contrapposti da anni. Ci sono oggi le condizioni perché il confronto delle nostre opinioni, idee, valutazioni sulla città e sul Paese torni nel dibattito politico. Proveniamo da percorsi, esperienze, posizioni politiche diverse - proseguono - che spesso si sono opposte ma che tante volte si sono incontrate.
 

Condividiamo, senza alcun dubbio o riserva, la convinzione di quanto sia attuale e importante, per ciascuno di noi, la lotta contro la mafia. E riconosciamo entrambi  che, sotto questo profilo, l'impegno di ciascuno di noi è stato ed è parte  essenziale delle nostre storie politiche. Condividiamo la preoccupazione per le collusioni tra mafia, imprenditoria e politica, devastanti per il nostro territorio e la nostra economia. Oggi - concludono Bianco e Iannitti - un appello promosso dall'Anpi e condiviso dalle più popolari associazioni
italiane e dai sindacati, al quale hanno aderito tutti i partiti del campo progressista e della sinistra, getta le basi per una nuova stagione politica, dal nome 'Uniamoci per cambiare l'Italia'.

 

Una sfida che deve riguardare anche la nostra città e la nostra Regione. Tante sono state e sono ancora le differenze tra di noi, anche profonde. Ma è oggi nostra intenzione avviare un confronto, per lavorare al meglio per il bene della nostra
terra".


Ma come Iannitti, non eri tu ad affermare: "Non parli, Signor Sindaco, di legalità. Non lo faccia proprio lei che andava a passeggio con un presunto prestanome della mafia. Che ha mentito alla città dicendo di non sapere della richiesta di rinvio a giudizio per mafia a Ciancio. Non parli di legalità lei che gestisce gli uffici pubblici come se fossero un suo comitato elettorale. Non dica legalità quando consegna le aree più importanti della città a palazzinari e società in odor di mafia. Non dica legalità quando la Commissione Antimafia ha lanciato un enorme allarme sulle Istituzioni catanesi."

Anzi, quell'intervento di Matteo Iannitti postato su FB il 29 gennaio 2017, che coincidenza di giorno, lo riportiamo integralmente perché sono affermazioni di una tale gravità che non consentono ripensamenti a meno di ammettere di essere dei cialtroni infantili.:


"Ieri il Sindaco di Catania Enzo Bianco ha superato il ridicolo mettendo in scena uno spettacolo indegno per la città e per l'Istituzione che egli rappresenta.
 

Dentro una coreografia ufficiale, ripreso da uno smartphone, in solitudine, ha rilasciato una dichiarazione senza aver davanti nemmeno un giornalista. Parole su parole senza nemmeno avere la possibilità di fare una domanda, di chiedere una precisazione.
 

Uno spettacolo ridicolo e tragicomico. Penoso.
 

I contenuti della dichiarazione: grotteschi. Il Sindaco ha dichiarato di essere sotto attacco. Da chi?

 

Dai cuffariani che ha voluto in Giunta e che gli reggono i numeri in Consiglio.

Dai fedelissimi di Raffaele Lombardo che gli fanno da assessore e viceSindaco.

Oppure sotto attacco dalle destre che hanno, parole sue, prodotto un "enorme intreccio tra interessi privati, talvolta anche criminali, e pubblica amministrazione che ha pesantemente condizionato lo sviluppo della città" ma i cui uomini di punta sono stati nominati Assessori, Presidenti di Partecipate, siedono nei banchi della maggioranza in Consiglio Comunale.
 

Da chi è sotto attacco Bianco? E' forse nervoso perché si fanno avanti voci critiche, perché non tutti sono in vendita, perché carte alla mano si dimostra la penosa amministrazione della città?
 

Si chiama democrazia, Signor Sindaco, e lei ne è allergico.  Chi non rispetta la democrazia, chi si sottrae al confronto, chi si circonda solo di yes-man che hanno l'unico compito di incensare e glorificare il capo, non è degno di ricoprire un ruolo istituzionale. Perché sa, Signor Sindaco, siamo in una Repubblica e lei amministra per nostro conto, è pagato da noi per farlo e non può disprezzare il ruolo attivo della cittadinanza.
 

Non parli, Signor Sindaco, di legalità.

 

Non lo faccia proprio lei che andava a passeggio con un presunto prestanome della mafia. Che ha mentito alla città dicendo di non sapere della richiesta di rinvio a giudizio per mafia a Ciancio. Non parli di legalità lei che gestisce gli uffici pubblici come se fossero un suo comitato elettorale. Non dica legalità quando consegna le aree più importanti della città a palazzinari e società in odor di mafia. Non dica legalità quando la Commissione Antimafia ha lanciato un enorme allarme sulle Istituzioni catanesi. 
 

Signor Sindaco lei non è sotto attacco, lei è solo arrogante. 


E l'arroganza la stanno raccontando i giornalisti. E' nel suo modo di amministrare e in quello dei suoi assessori, nel vergognoso atteggiamento del Segretario Generale, che dovrebbe essere figura di garanzia e super partes. 
 

Signor Sindaco lei non è sotto attacco, lei è incapace di gestire la cosa pubblica, di dare risposte alla città, di amministrare Catania.
Un tempo la si guardava con nostalgia, rimpiangendo anni in cui Catania sembrava essere un bel posto dove vivere e lavorare.

 

Adesso la si guarda con disgusto perché lei ha deluso ogni aspettativa e si è rinchiuso nel palazzo, del tutto assente e sordo alle istanze della città. 
 

Un Sindaco dovrebbe agire al fine di rendere più bella e più giusta la città. Lei amministra solo al fine di compiacere se stesso.
E questo l'hanno capito tutti, anche i suoi più stretti collaboratori, che amministrano non con lei ma nonostante il suo delirio di protagonismo e di autoglorificazione.

 

Ma Signor Sindaco lei deve sapere che di lei non ci importa. Nessuno lavora al fine di attaccarla per farla cadere. Nostro compito non è opporci per poi spodestarla e prendere il suo posto.
No, Signor Sindaco. 
Catania ha bisogno di riacquistare la speranza e costruire sulle solide radici che già crescono nei quartieri, nelle sperimentazioni sociali, nei luoghi di aggregazione e di studio, una nuova generazione che sappia amministrare la città per riaccendere la speranza di Catania.
Lei in questo serve solo a dimostrare e a spiegare ciò che non va fatto. Lei è solo il cattivo esempio da cui prendere le distanze.
Il futuro di Catania sta fuori dal Palazzo, nell'azione quotidiana di tante donne e tanti uomini.
Il riscatto della città non passa dalle elezioni ma dal cambiamento che si produce nella comunità.
Ci sono luoghi in cui le parole legalità, giustizia sociale, felicità tornano ad avere un senso. 

 

Pronunciate da lei sembrano il discorso comico di un Sindaco arrogante e disperato, al quale una bambina ha appena gridato: è nudo!"


E ora Iannitti condivide con Bianco "l'impegno antimafia"?

 

E ora si "unisce" con Enzo Bianco per "Cambiare l'Italia"?

 

Un gran "percorso", non c'è che dire.

 

"Buon viaggio" direbbe Totò, facendoci sorridere se non ci fosse da piangere...

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