Quando Sudpress si è occupata della vicenda Banca Base era il 2014 e la maggior parte dei catanesi non sapeva neanche cosa fosse e men che meno che sarebbe diventato un grosso problema per centinaia di clienti e che avrebbe squassato l'intero sistema bancario locale.
E non è la prima volta che si anticipano di anni esiti che poi diventano anche giudiziari: è accaduto per l'Università di Catania, la gestione del comune, il Cara di Mineo, tanto per citare i più eclatanti ed ora attendiamo di vedere cosa accadrà, ad esempio, nel campo delle varie gestioni emergenziali, Covid su tutte.
Non lo si ricorda per vanagloria, ma solo per segnalare che il più delle volte, soprattutto quando si è in presenza di inchieste giornalistiche dettagliate e documentate, basterebbe un pò più di attenzione e tempestività per evitare maggiori danni alla comunità, senza dover attendere interventi salvifichi da parte delle autorità sanzionatorie.
I casi in cui poteri pubblici o para-pubblici vengono esercitati con esagerata spregiudicatezza sono sotto gli occhi di tutti e persistono nonostante gli allarmi e le segnalazioni: quando arrivano, perché arriveranno come sempre, le autorità a rompere i vari giocattoli, i danni saranno sempre maggiori rispetto a quando si sarebbe potuto fermarli applicando un minimo di buon senso da parte delle varie autorità di controllo o soci pubblici di riferimento.
Ma torniamo alla notizia di oggi.
L'indagine su Banca Base della Guardia di Finanza denominata "Fake Bank" ha trovato un'ulteriore vaglio alle accuse formulate dalla Procura di Catania con il rinvio a giudizio disposto dal GIP Luigi Barone.
A processo, prima udienza fissata per il 27 settembre del 2022, andranno gli ex presidente Piero Bottino e direttore generale Gaetano Sannolo. Con loro gli ex "sindaci" Flavio Rampello e Francesco Torre, l’ex componente del collegio sindacale, Isidoro Edoardo Cutuli, e i promotori finanziari Giuseppe Deiana e Andrea Pappalardo.
I reati ipotizzati, a vario titolo, sono bancarotta fraudolenta, falso in prospetto, ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza.
Numerose le parti civili ammesse al processo, tra cui molti clienti rimasti col cerino in mano e che avevano acquistato azioni della banca per centinaia di migliaia di euro.
Per chi volesse ricordare la vicenda, a parte la nostra inchesta del 2014, basta ripercorrere le decine di notizie dedicate al caso:
Ed a seguire un estratto con le domande finali che in quella sede abbiamo posto: