Titolo provocatorio e forse esagerato, ammettiamo, anche perché quando c'è di mezzo il vincenziano Padre Mario Sirica, con i suoi confratelli, consorelle e il meraviglioso staff, i "miracoli" sono frutto di duro lavoro, sacrifici e grande capacità progettuale e manageriale, anche se lui l'intervento della Provvidenza ce lo mette sempre e qualche dubbio te lo fa venire anche se fai di tutto per restare orgogliosamente laico, pure in un periodo in cui tutto è diventato cinico laicismo e danni ne ha fatti troppi...quasi quasi....
Adesso, finalmente, è stata inaugurata sabato 1 ottobre: il "caffè sociale" e adiacente un nuovo "centro di ascolto e orientamento", che si è accompagnato alla riapertura del dormitorio maschile della Locanda del Samaritano.
Si tratta di luoghi e spazi concepiti per porre al centro dell’attenzione la dignità e unicità della persona: in tempi come questi, una sfida scandalosa, quasi inconcepibile.
E invece sono da sempre gli obiettivi della Locanda del Samaritano, un oasi di fratellanza in una città ormai in preda alla confusione morale ed al disastro sociale.
Il progetto della Caffetteria sociale –inserita volutamente accanto al centro diurno, il dormitorio maschile ed il nuovo centro ascolto, nasce grazie alla partnership tra padre Mario Sirica e la presidente dell’ Associazione Mediterraneo Sicilia Europa, Emma Averna, quale efficace strumento per contrastare la povertà.
La struttura, adibita all’interno di un locale offerto in comodato d’uso dal Comune di Catania, si compone di uno spazio adiacente al dormitorio maschile della Locanda del Samaritano, che è il nuovo centro ascolto, preposto all’ accompagnamento delle persone che si trovano in difficoltà, frutto della preziosa collaborazione tra associazioni laiche e religiose per fare rete, prefissandosi come punto di forza il bene delle persone.
A realizzare il progetto e curarne i lavori lo studio di architettura MODUSLAB con il suo founder Claudio Torrisi ed Erca Drago.
La nuova Caffetteria sociale, che una volta a regime offrirà 4 posti di lavoro, e rappresenterà soprattutto -offrendo servizi, prodotti e piccoli catering- una forma di autofinanziamento.
Da non sottovalutare la presenza del centro diurno attiguo alla caffetteria dove chiunque può mescolarsi con il fratello povero e scambiare due chiacchere.
Il ristrutturato dormitorio maschile invece, -che riapre dopo il Covid- avrà 24 posti letto, anche se al momento riparte con la metà posti per verificare la necessità di mantenere certe distanze per il Covid e per mettere in rodaggio la riapertura.
“Questo progetto – racconta con grande emozione il Direttore della Locanda del Samaritano, padre Mario Sirica- nasce per volontà di Dio e di questo ne sono sicuro. Venne infatti da me una signora che aveva perso un figlio a causa della leucemia e dopo avermi dato un’offerta mi ha detto padr,e mio figlio aveva un grande desiderio diventare barman e lavorare in una caffetteria e lì ho capito che tutto questo si doveva fare. La caffetteria nasce infatti perché al centro delle nostre attività c’è la promozione dei fratelli, la dignità ed la certezza che il lavoro restituisce dignità. La caffetteria darà lavoro a 4 persone e ci permetterà di autosostenerci, perché grazie al lavoro della Diocesi, della Caritas, e di ognuno di voi noi riusciamo ad accogliere molti fratelli in difficoltà. Ma la caffetteria non poteva andare avanti da sola e la Provvidenza mi ha messo sulla strada Emma Averna e Daniela Di Carlo dell’ Associazione Mediterraneo Sicilia Europa, e tante altre Fondazioni che hanno sostenuto questi progetti. Da soli non si va da nessuna parte”.
Partner dei Vincenziani in questo progetto l’Associazione Mediterraneo Sicilia Europa con in testa il suo presidente Emma Averna: “Questo progetto è un grande sogno che si realizza. Nasce dall’incontro con padre Mario un incontro spirituale che ha evidenziato come si possono fare collaborazioni tra laici, religiosi, e aziende. Bisogna essere rigorosi e non mollare mai. Un particolare ringraziamento va a Daniela Di Carlo che si occupa dell’area fundraising e ha trovato i fondi nel settore privato. Ringrazio gli architetti che hanno fatto un progetto straordinario e le altre Fondazioni -in Azimut - che sono stati salvifici, perché anche dopo i rincari dei preventivi, ci hanno sostenuto. Quindi SI PUO FARE”.
Dello stesso avviso anche Paola Riccioli presente all’inaugurazione a nome della Fondazione Azimut: “Ringrazio tutti per averci coinvolti in questo bellissimi progetto, in cui ruotano diversi attori. La Fondazione Azimut ha questo obiettivo segnalare e seguire progetti validi da portare avanti.”
A benedire ed inaugurare i locali Sua Eccellenza Monsignor Luigi Renna, Arcivescovo di Catania
“Ringrazio il Signore perché è opera sua questo bel segno di Provvidenza, che hanno portato avanti i vincenziani a Catania, loro hanno avuto una visione e l’hanno condivisa con laici e Fondazioni, ed ecco perché questo luogo risponde appieno ai verbi che Papa Francesco raccomanda in modo particolare per gli immigrati e i più poveri: accogliere, accompagnare, e integrare”.
Hanno parteciperanno alla inaugurazione anche i referenti delle associazioni che hanno contribuito economicamente alla realizzazione del progetto: Fondazione Azimut Ente Filantropico, Fondazione Cattolica Assicurazioni, Fondazione Grimaldi, Fondazione Integra-Consorzio Sisifo, Fondazione Terzo Pilastro e la Provincia Missionari Vincenziani Italia, con in testa padre Erminio Antonello (Superiore dei Missionari Vincenziani d'Italia)..
Ed ancora il Vicario della Questura il dott. Fazzino in rappresentanza del Questore e Polizia;
Il Maggiore Roberto Currò in rappresentanza della Guardia di Finanza; l’On. Giuseppe Castiglione -da sempre in prima linea con la Locanda sin dalla sua creazione con Padre Valerio Di Trapani-.
Numerosi i missionari vincenziani provenienti da Lamezia Terme, Palermo, Como .
Padre Mario ha rivolto un sentito ringraziamento anche ai Lions e Rotary, ma soprattutto a tutti i volontari ed operatori della Locanda a cui si deve il compito più gravoso di portare avanti i tanti progetti in favore degli ultimi e più sfortunati della società.






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