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ODA, Vescovo e Commissario respingono strumentalizzazioni: "La Fondazione è stata salvata, e non è stato fac

07-12-2022 06:30

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, Focus,

ODA, Vescovo e Commissario respingono strumentalizzazioni: "La Fondazione è stata salvata, e non è stato facile né è scontato"

Cogliamo l'occasione per ricordare un gigante della Chiesa catanese che si batté da leone per salvare l'ODA: Mons. Gaetano Zito

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In premessa cogliamo l'occasione per ricordare una figura gigantesca della Chiesa catanese, che si battè da leone anche per il salvataggio dell'ODA: l'indimenticato Mons. Gaetano Zito, Vicario Episcopale per la Cultura, raffinatissimo storico ed intellettuale ma soprattutto illuminato Pastore, purtroppo scomparso troppo presto.

L'Opera Diocesana Assistenza, ODA per i catanesi, è infatti il più importante ente di assistenza del Meridione e tra i primi dell'intero paese.

 

Seguiamo da anni le sue difficili vicende, in pratica sin da quando è nato questo giornale, ed in particolare ne abbiamo raccontato le tante, troppe traversie, che in più di un'occasione ne hanno visto in pericolo la stessa sopravvivenza, con corollario di operazioni particolarmente inquietanti.

 

L'ODA è una fondazione ecclesiastica facente capo alla curia arcivescovile di Catania, impiega centinaia di operatori tutti altamente specializzati nell'assistenza ai disabili anche gravissimi e coinvolge migliaia di utenti con le loro famiglie: un patrimonio sociale irrinunciabile per la città di Catania e l'intera Sicilia.

 

Circa cinque anni fa, in un momento particolarmente drammatico che abbiamo ampiamente racocntato all'epoca, la gestione dell'ODA venne affidata dall'allora Arcivescovo Salvatore Gristina all'avvocato Adolfo Landi che si è trovato a far fronte ad una massa debitoria impressionante di decine di milioni, circa 60, ed un'istanza di fallimento in corso al momento del suo insediamento.

 

Con tenacia, ed il sostegno della Curia e della CEI, si è attivato un pesante piano di rientro con relativo piano industriale che ne hanno consentito il proseguimento delle attività, superando la procedura fallimentare che avrebbe inevitabilmente mandato sul lastrico i lavoratori e nella disperazione gli assistiti.

 

Ovviamente il piano di rientro non è semplice da attuare e richiede sacrifici inevitabili, che a volte capita comportino ritardi nel pagamento di fornitori e dipendenti, in particolare quando si combinano le scadenze più pesanti dell'ammortamento con i ritardi dei pagamenti da parte delle ASP e della Regione.

 

Quello che è accaduto in questa fase: l'ODA ha infatti dovuto rispettare, pena la decadenza dei benefici fiscali, la scadenza di una rata impoertante, oltre 3,5 milioni di euro, della rottamazione ter. Non pagarla avrebbe inficiato i sacrifici ed il lavoro svolto sinora.

Al contempo sta subendo ritardi nel pagameno delle sue fatture da parte degli enti publbici, a loro volta impelagati nelle pastorie burocratiche degli adempimenti conseguenti alla nuova legislatura e nuovi assetti, e questo ritardi, peraltro già in fase di superamento, hanno provocato qualche mugugno sindacale.

 

Certo, niente a che vedere con i ritardi anche di 24 mesi nel pagamento degli stipendi come accaduto nel passato prima del commissariamento, ma in ogni caso una situazione che non lascia indifferenti gli attuali responsabili dell'ODA, che tuttavia non intendono consentire strumentalizzazioni da parte di qualche sigla sindacale che possono risultare non solo fuorvianti ma persino pericolose persino per gli interessi degli stessi lavoratori.

 

E così, superando il tradizionale riserbo, sono scesi in campo i massimi vertici dell'organizzazione: S.E. l'Arcivescovo di Catania Mons. Luigi Renna ed il Commissario Vescovile avv. Adolfo Landi.

 

Con due distinte note, inviate congiuntamente, hanno inteso chiarire la situazione ed anche le modalità con le quali potrà essere accolta qualsiasi rischiesta di incontro con i dipendenti, che però, è scritto chiaramente nella nota del Vescovo, non potrà assecondare ricerche di visibilità non utili alla causa.

 

A seguire le due note che, considerata la estrema chiarezza, riteniamo opportuno proporre integralmente: 

L'intervento del Commissario avv. Adolfo Landi

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"La signora La Rosa, segretaria della FP Cgil di Catania, continua a travisare la realtà dei fatti sostenendo una assoluta falsità, e cioè che ad oggi l’ODA sia indietro di tre mensilità nel pagamento degli stipendi.

 

Ed evidentemente lo fa intenzionalmente, perché non può non sapere che la scorsa settimana è stata pagata una mensilità arretrata e che una seconda mensilità sarà pagata nei prossimi giorni, come è stato concordato con gli altri sindacati di settore, i quali, con responsabilità, hanno scelto la strada della tutela sostanziale dei propri iscritti, anziché quella della facile demagogia.

 

Non vogliamo chiederci perché lo faccia; ognuno tragga le proprie conclusioni, sapendo che la signora La Rosa all’ODA rappresenta 18 addetti su oltre 400. "

"Ci chiediamo - prosegue la nota del Commissario Landi - invece dov’era quando la Fondazione si trovava davanti all’epilogo, già scritto, della chiusura delle attività, con un debito di oltre 60 milioni di euro e con una gestione costantemente in perdita.

 

Davanti ad un destino segnato, che avrebbe portato i lavoratori alla perdita del proprio impiego e il mercato dell’Ente nelle mani di privati che, nella legittimità del proprio operare, non credo avrebbero avuto uguale atteggiamento nei confronti di chi ha più bisogno.

 

Dov’era quando si è dovuto fronteggiare un disastro annunciato, mettendo in atto l’ingente piano di rientro del debito, la riduzione degli sprechi, la riorganizzazione dei servizi, l’efficientamento delle risorse umane. E tutto senza sacrificare un solo posto di lavoro e senza lasciare un solo assistito privo di tutela.

 

Al tempo in cui, prima del commissariamento, la Fondazione accumulava solo perdite e vi erano lavoratori, quelli in forze negli altri rami d’azienda, che hanno atteso fino a 24 mesi, prima di vedersi accreditati gli stipendi.

 

Oggi siamo davanti ad un diverso scenario: da cinque anni, i bilanci si chiudono in attivo, malgrado il fatto che non siano infrequenti ritardi nel pagamento delle fatture da parte dei committenti pubblici.

 

Certo, dispiace che i lavoratori siano dovuti andare incontro a sacrifici in questi anni, con periodi di ritardo nei pagamenti o degli stipendi.

 

Ne è cosciente, e non smetterà mai di ringraziarli per questo, la gestione commissariale dell’ODA.

 

Ma quei sacrifici, insieme alla costante presenza e alla lungimiranza della CEI e dei due Padri Vescovi che ci hanno accompagnato in questa difficilissima operazione, Mons. Gristina e Mons. Renna, hanno permesso alla Fondazione di uscire dalle sacche di una situazione che sembrava irreversibile e con un destino segnato, e di guardare al futuro con un po' di ottimismo.

 

E la signora La Rosa è, sotto questo aspetto, quanto meno irriconoscente, nei confronti del nostro Arcivescovo quando cita il Suo impegno per Pfizer, come se fino ad oggi non vi fosse stato da parte Sua analogo impegno per l’ODA.

 

Se quell’impegno non vi fosse stato, oggi l’ODA non ci sarebbe più.

 

E crediamo che questa riconoscenza non possa essere sacrificata sull’altare della visibilità."    ‬


L'intervento dell'Arcivescovo Mons. Luigi Renna

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"Cari fratelli e sorelle dell’ODA, 
non so se lo sapete, ma siete quotidianamente nei miei pensieri per una situazione che non dà serenità a nessuno, e per le ben note vicende di una realtà così bella che, nata per rispondere alle necessità di tante persone diversamente abili, per una amministrazione poco oculata nella quale ci sono responsabilità di tanti, oggi si trova in una grave situazione debitoria.

 

Il coraggio che ha avuto S.E. mons. Gristina di non vendere questa opera che era ed è appetibile a molti, è stata notevole e l’operazione del risanamento, con l’intervento della CEI, è in via di soluzione; ma l’uscita dal tunnel non è dietro l’angolo e va fatta con operazioni finanziarie che assicurino il lavoro a voi e l’assistenza agli ospiti."

E continua la lettera aperta dell'Arcivescovo: "Ripeto: lavoro per voi e assistenza ai nostri ospiti, che so che considerate una grande famiglia.

 

Non agiamo per ricavarne un profitto che altre aziende ragionevolmente hanno: la Diocesi dall’ODA non guadagna altro che la soddisfazione di rendere un servizio alle famiglie e lavoro a voi.

 

Sappiate che a volte arrivano proposte per “svendere” l’Opera, ed io, con l’avvocato Landi, non cediamo; di questo non informiamo nessuno, per non creare allarmismi. 


Esprimo la mia fiducia al Commissario avv. Landi, con il quale si sta lavorando per superare la situazione di indebitamento con un piano che non porti più al ritardo dei pagamenti, ma che molto difficilmente potrà portare alla riapertura di tanti luoghi di assistenza, inaugurati con le migliori intenzioni, gestiti con contributi che era prevedibile non fossero eterni, “facendo il passo più lungo della gamba”, ed ora tristemente abbandonati.

 

E’ la storia di una economia che ha cercato di dare riposta alle esigenze di una regione in cui il lavoro è scarso e la cui analisi dei fatti potrebbe essere impietosa. 


Ma ora occorre:
a- salvare l’ODA, e lo si sta facendo con un piano di rientro del debito che sarà migliorato;
b- salvare il vostro lavoro, e l’unico modo per farlo è pagare lo stipendio con un programma sul quale il Commissario vi ha scritto meglio di me; egli ha dovuto scegliere se pagare la rata annuale, senza la quale saremmo stati costretti a prolungare la precarietà dell’ente o a portarlo all’agonia, o rimandare di qualche settimana il ritardo già in atto.


Il mio modo per starvi vicino è lavorare per tornare alla normalità, precisando che la normalità non è quella nella quale si è assunto personale in sovrannumero, si sono pagati gli stipendi ma si sono fatti milioni di debiti, non si è stati lungimiranti nell’uso dei beni e nel rendere fruttuosi i capitali per i tempi di difficoltà.

La normalità è oculatezza amministrativa, pianificazione economica, libertà da pressioni di ogni genere per le assunzioni di personale. 


Vi riceverò, ma non nel contesto di un sit–in che avete organizzato davanti all’Arcivescovado, perché l’incontro potrebbe avere il sapore della vittoria di qualche sindacato che sta facendo il suo lavoro, ma non vi rappresenta tutti e che non ho mai avuto il piacere di incontrare per discutere su questi temi.

 

Vi riceverò in delegazioni di ciascuna sede dell’ODA, lontano dalla presenza dei segretari dei Sindacati, a cui le risposte di carattere amministrativo e contrattuale può darle in modo preciso solo il Commissario. Attendo la vostra richiesta con l’elenco dei partecipanti, per ricevervi in un clima che salvaguardi lo stile familiare che in una azienda di ispirazione cristiana ci deve essere.


Abbiate fiducia: la vostra Chiesa di Catania non vi ha mai abbandonato e mai vi abbandonerà. Ma ricordatevi: la normalità dell’ODA non è detto che sia stata il passato.


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