Il Talk ideato dal direttore di SudStyle Aldo Premoli e condotto da Pierluigi Di Rosa questa volta pone una domanda che più provocatoria non potrebbe essere.
Domenica 15 ottobre in diretta alle 10, tre protagonisti della pittura siciliana contemporanea si confrontano sui significati della street art.
Nata come gesto di ribellione, via via divenuta protagonista di mostre blockbuser e di aste milionarie, sembra di recente aver ripreso vigore e significati sociali originari sotto la spinta di lavori come quelli di Igor Scalisi Palmentieri attivissimo proprio in questo campo, da Palermo a Caivano.
In dialogo con un pittore-filosofo come Francesco Lauretta protagonista proprio in questi giorni di una bella personale a Catania.
Mentre da Gela interviene con un maestro della pittura-pittura che recentemente non ha resistito al desiderio di affrescare alcuni muri della sua città: Giovanni Judice.
Al loro fianco da Palermo il critico d’arte Vito Chiaramonte.
Gli Ospiti
IGOR SCALISI CARPINTERI
All’età di 20 anni entra a far parte dell’ordine dei frati cappuccini e con loro trascorre 7 anni.
Diplomato in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Palermo, ha esposto in numerose mostre personali e collettive, in Italia e all’estero.
Ha animato diversi laboratori di arti visive rivolti a bambine, bambini, ragazze e ragazzi, spesso a rischio di esclusione sociale, collaborando con Istituti Scolastici e con i servizi sociali (USSM). Dal 2018 sceglie di dedicarsi quasi esclusivamente agli interventi per strada, dove opera dialogando con gli abitanti e cercando di diffondere attraverso l’arte un senso di comunità e di cura.
Le sue opere hanno un valore che va oltre l’estetica, e diventano a volte patrimonio dei luoghi in cui si trovano.
Nel 2019 realizza SANGU E LATTI su un prospetto del quartiere Sperone di Palermo, iniziando così un percorso insieme alle realtà locali.
Nel 2021 sarà così uno dei co-ideatori di SPERONE167 dall’incontro con gli abitanti del luogo, le associazioni, le scuole e innumerevoli professioniste e professionisti nasce un’alleanza creativa che ha come motore l’arte urbana.
Dal 2018 collabora con lo studio di architettura AM3 per la realizzazione della nuova chiesa del Cuore Immacolato di Maria nell’Arcidiocesi di Agrigento.
Suo il murale con le due bambine realizzato a Caivano apparso ovunque nelle più recenti cronache
FRANCESCO LAURETTA
Ispica nel 1964. Vive e lavora Firenze. Dopo studi tecnici, si trasferisce a Venezia e frequenta l'Accademia di Belle Arti nell’aula di Emilio Vedova. Si diploma nel 1989 presentando la tesi su James Lee Byars, artista americano incontrato a Venezia, che influenzerà le prime opere esposte a Torino, dove si trasferirà nel 1991. E’ a Torino che conosce gli artisti dell'arte povera e inizia il suo percorso artistico.
Filosofo, sociologo, storico, o scienziato, capace di utilizzare il linguaggio dell’arte per investigare i principi che sono alla base del nostro vivere quotidiano. Sin dall’inizio Lauretta realizzava soprattutto opere installative, e si dedicava contemporaneamente allo studio della pittura. Una relazione difficile che risolve brillantemente solamente negli ultimi anni, riuscendo a bilanciare la sua straordinaria abilità nel disegno, la dipendenza per la storia della pittura, il rapporto tra lo spazio della pittura e il contesto di riferimento, la relazione tra la riconoscibilità e lo stile, con la necessità di interpretare il mondo visibile e invisibile piuttosto che tradurlo in un segno o in una materia.
GIOVANNI JUDICE
Gela 1970 dove vive e lavora.
Iudice è un pittore Siciliano come si evince dalla tensione nell’interpretare una pittura mossa da una emozionalità ambigua, mai pienamente svelata, carica d’erotica sensualità, sempre in bilico tra piacere e sofferenza, tra bellezza e orrore, tra particolare e universale.
E’ un artista figurativo che affronta spesso tematiche sociali (il primo ciclo di opere dedicata ai migranti è del 2004) senza mai cadere nei tranelli del vojeurismo ne a sé stesso e della retorica.
Egli propone un linguaggio dove disegno e pittura si alternano sulla supercie della tela. Un disegno pittorico e una pittura disegnata, sono gli strumenti grazie ai quali il pittore gelese rappresenta il reale e al contempo riflette sui significati e sui valori umani che questi genera. Opere in cui la rappresentazione dell’esistente viene tradotta in una scala di valori intimi e al contempo universali. Mappa con ostinata fedeltà fatti e luoghi nel tentativo di evocare qualcosa che va oltre la semplice illustrazione del soggetto.
Dipinge istantanee di significati personali, quanto universali, metamorfosi di senso e di materia, trasforma il reale in sentimento. Le sue composizioni, costruite grazie all’accostamento di differenti fotogrammi, propongono punti di vista diversi che nel loro insieme definiscono una prospettiva improbabile e illusoria, e mostrano uno spazio spesso scomodamente saturo.
Le intenzioni di Iudice sono più astratte al punto di divenire linguaggio di puro sentimento, dove il racconto diviene più enigmatico e la pittura rimane.
VITO CHIARAMONTE
Dottore di ricerca in storia dell'arte, docente presso Lumsa e coordinatore didattico della scuola secondaria di primo grado del Gonzaga Campus di Palermo.
Recentemente ha curato le mostre personali palermitane di Fulvio Di Piazza, Giuseppe Borgia, Andrea Buglisi, Ennio Parasiliti, Joseph Ribaudo.