La questione ormai è abbastanza chiara.
Non si tratta di se, ma di quando.
Cioè, quando imploderà definitivamente la democrazia italiana?
Almeno quella che abbiamo finora conosciuto.
E soprattutto: a che tipo di sistema lascerà il posto?
L'occasione per provare ad avviare una riflessione è l'incredibile vicenda che ha interessato il leader (pro poco tempore) della Lega Matteo Salvini.
Ieri è stato assolto dall'accusa di aver sequestrato per 18 giorni un centinaio di disperati su una nave della ONG Open Arms.
Non entriamo nel merito della vicenda e siamo davvero curiosi di leggere le motivazioni.
La nostra idea, l'abbiamo già scritto, è che quel blocco fu orribile e del tutto idiota politicamente, a prescindere dalla sua qualificazione come reato o meno.
Una corte, questo il fatto, ha deciso che reato non era, respingendo la richiesta di condanna da parte della procura.
E da qui ci si può avventurare in qualche spunto di riflessione.
Il primo e più immediato è che questa assoluzione, grottescamente, segna il definitivo declino politico di Matteo Salvini, già da tempo in evidente disgrazia.
Paradossalmente, una condanna gli avrebbe consentito di ergersi a Vittima della paventata lobby dei “giudici rossi”, tirandola, in attesa dell'appello, sino alle prossime elezioni lucrandoci un qualche risultato elettorale.
L'assoluzione gli ha rotto il giocattolo e adesso dovrà provare, e non ci riuscirà, ad inventarsi qualcosa per mantenere il sostegno di quella base che non c'è più, pronta a fare quadrato contro il nemico comune, ma che se il nemico manca si scioglie come neve al sole.
La seconda riflessione è che il sistema giudiziario ha dato dimostrazione di esistenza in vita e persino di efficacia, di mantenere indipendenza ed equilibrio, spuntando con un sol colpo tutte le frecce che gli stanno, irresponsabilmente, puntate contro.
Quindi, pur con tutte le lacune ed esagerazioni, il sistema giudiziario ha funzionato, piaccia riconoscerlo o no.
E allora torna la domanda: non c'è alcun dubbio che la democrazia in Italia è ridotta a simulacro.
Quale dei poteri costituzionali gli darà il colpo di grazia?
Con le istituzioni arrembate da bande fameliche che ne hanno fatto strame e ad ogni intervento legislativo ne stanno compromettendo valori ed equilibri, mentre ogni atto amministrativo è finalizzato a trasformare in bancomat ogni ente: non può reggere oltre.
Dati mistificati sull'occupazione, crescita inesistente, povertà in aumento esponenziale, “riforme” esclusivamente pro domo loro o, più prosaicamente, per farsi i propri fattacci.
Non paghi di aver trasformato la Politica in politicanza, adesso diventata più bieco affarismo con pretesa di impunità: vedi l'abrogazione dell'abuso d'ufficio ed i bavagli all'informazione.
Adesso è da capire se ci si è già avviati verso una qualche forma di democratura o è più semplicemente intollerabile sciatteria politica e istituzionale: in ogni caso l'Italia ha un problema enorme.
Bisogna fare attenzione e provare a fare il possibile per garantire il mantenimento dell'equilibrio dei poteri, perché solo dalla loro regolare competizione e complementarità il sistema può trovare ragion d'essere: in caso contrario diventa un'altra cosa.
Bisogna restituire ruolo al parlamento, ormai ridotto a cassa di risonanza di governi sempre meno rappresentativi e sempre più spregiudicati, con maggioranze che non lo sono nel paese, rappresentando ormai infime minoranze di un elettorato che per oltre il 50% non le vota ed il restante 25% che gli vota contro.
E quindi impellente trovare una soluzione a queste leggi elettorali canagliesche che, per mantenere i privilegi di immutabili caste, hanno letteralmente spogliato il popolo del suo diritto di scegliersi chi lo rappresenta.
Bisogna restituire dignità al lavoro, perché non è sostenibile che continui a crescere la massa di chi pur lavorando non riesce a superare la terza settimana del mese, facendo crescere giorno dopo giorno le sacche di povertà assoluta o relativa.
La scuola e le università sopravvivono per inerzia, senza alcuna visione né sostegno; la sanità pubblica smantellata pezzo per pezzo.
Le giovani generazioni, il futuro di un paese, semplicemente non esistono nell'agenda politica; come non esistono più banche italiane, le grandi aziende se non sono già state acquisite sono sotto attacco, mentre quasi l'intero risparmio privato degli italiani, tramite i fondi d'investimento, viene investito quasi interamente all'estero, con il risultato di finanziare la concorrenza.
Non andiamo oltre, ma speriamo che una riflessione, in qualche modo, parta: non è sostenibile continuare con la caciara sguaiata.
Occorre tornare alla politica ed al ripristino delle regole istituzionali.
Un'assoluzione giudiziaria che condanna un leader alla sua scomparsa politica, (ci scommettiamo una fiche), è un buon inizio.