Solo ieri aveva detto a SUD che non si sarebbe candidato e che tutto era già stabilito. Ma nel giro di un giorno tutto è cambiato e oggi replica in un'intervista esclusiva «sarò candidato con la mia lista e non con il PDL, ma a sostegno al Senato». Presidente ieri ha detto che non si sarebbe candidato e oggi invece no. Cosa è cambiato? Quindi sarebbe candidato con il Partito dei Siciliani? «Si, ci mancherebbe. Lo faccio per capeggiare la nostra piccola lista, per dare una mano. Tutto questo piacere di candidarmi sinceramente non ce l'ho. Mi ero organizzato la vita per fare altro e non scendere più in prima persona, ma ora c'è questo grande punto interrogativo» Presidente però aveva detto che con Berlusconi non si sarebbe più candidato, ne aveva parlato davvero male. «Io devo dirle con franchezza che con Berlusconi ho rotto nel 2009/2010. Avevo lavorato per costruire un rapporto con la sinistra, ma mi sono reso conto che la sinistra ti usa e poi ti ammazza. La scelta quindi è stata morire o attrezzarsi per sopravvivere? Ho trovato nel PDL la possibilità di continuare con Micciché un discorso politico. É questo il fatto politico di rilevanza». AL SENATO COME CUFFARO LOMBARDO ANTIBERLUSCONIANO «Berlusconi ci vuole prendere voti e io credo che finirà che rosicheremo qualcosa noi a lui». «Signori elettori del nostro movimento e simpatizzanti, far vincere il centrodestra in Sicilia con qualcuno candidato presidente, vuol dire rilanciare Silvio Berlusconi candidato alla presidenza del Consiglio: non macchiamoci di questa colpa». «Non si può rivendicare di essere partiti del territorio e poi essere legati a filo doppio con Roma, e in particolare con Silvio Berlusconi». HO SMESSO CON LA POLITICA Nel 2012 dopo le sue dimissioni rilascia un'intervista a La Stampa eccone uno stralcio. Presidente Lombardo, cosa farà adesso che si è dimesso? Si ritira nella sua casa di campagna in contrada San’Antonino, in provincia di Catania? Farà come Cincinnato in attesa di essere chiamato dalla politica? Difficile credere che lei smetterà di fare politica. Non si candida alle regionali e nemmeno alle prossime politiche? L'ha convinto Berlusconi con un telefonata. Raffaele Lombardo in un'intervista esclusiva parla a SUD anche del rapporto con la sinistra Autore Vincenzo Barbagallo Titolo Video Lombardo torna sui suoi passi ESCLUSIVA
«Ormai la cosa è nella mie mani perché la lista è nostra. Non devo concordare primi posti con nessuno, ieri ho ricevuto questo ulteriore invito per il Senato e mi sono riservato di ponderare la cosa».
Il 18 gennaio del 2008 Totò Cuffaro si dimetteva da Presidente della Regione Siciliana per la condanna in primo grado favoreggiamento semplice nel processo per le "talpe" alla Dda di Palermo, a differenza di Raffaele Lombardo che ha un'imputazione coatta per mafia. Ma pochi mesi dopo Cuffaro si candida come capolista nelle fila dell'UDC al Senato e viene eletto. Stessa sorte per Raffaele Lombardo. Dimessosi nel luglio del 2012 per i guai giudiziari adesso partirebbe per Roma e proprio per il Senato della Repubblica.
«Macché, basta con la politica. Cincinnato aveva 40 anni e io ne ho 62. Sono gli altri, i giovani autonomisti che devono andare avanti. Io sto fuori, mi voglio finalmente godere il mio “buen retiro” dove ho sette specie di galline e da lì osservare lo spettacolo esilarante di una campagna elettorale dove i candidati sono più dei partiti. Ma lei lo sa che nei 4 anni in cui sono stato presidente siciliano ci sono andato tre volte?».
«Esatto. Certo darò un contributo agli amici che me lo chiederanno, andrò un po’ in giro. Anche se mi e ci descrivono come brutti, sporchi e cattivi, il movimento politico che ho fondato non scomparirà, anzi sono sicuro che avrà un ottimo risultato. Prevedo un 20% e non si chiamerà più Mpa ma il partito dei siciliani».