L'imprenditore a capo del progetto Stella Polare è stato appena condannato a 7 anni per bancarotta fraudolenta, ma si occuperà lo stesso dei lavori del PUA che sorgerà in parte sui terreni di altro grande imprenditore indagato per mafia, mentre il sindaco si sente "profondamente insoddisfatto". Benvenuti a Catania. Alla fine il progetto Stella Polare è passato. Sorgerà a Sud dell'aeroporto, in una superficie di 1.243.234 mq, una grande struttura dove si potranno contare almeno 826 camere d'albergo oltre che un centro commerciale, un grande parco divertimenti, un cinema, il super acquario e varie altre mirabilia. Renzo Bissoli noto imprenditore alla fine sta riuscendo a portare a compimento quello che da sempre ha definito "Un grande progetto utile alla comunità". Chi saranno gli investitori continua a rimanere un mistero, un fiume di soldi, intorno a 500 milioni di euro, dovrebbero arrivare, secondo le dichiarazioni rilasciate più volte dallo stesso Bissoli, da parte di alcuni privati inglesi che pare muoiano dalla voglia di investire in Sicilia. Il parere del CRU sul progetto Stella Polare, arrivato in consiglio comunale con l'indicazione di un alleggerimento della cementificazione prevista inizialmente, è stato totalmente disatteso dall'ultima votazione del consiglio comunale. L'amministrazione Bianco sulla vicenda PUA è apparsa, alquanto inspiegabilmente, in balia di forze contrastanti che alla fine hanno prevalso, salvaguardando al massimo gli interessi di chi il PUA vorrebbe realizzarlo con il massimo profitto possibile. Il progetto è infatti passato grazie alla strana alleanza trasversale tra pezzi di maggioranza (Articolo 4 di Sammartino e Sudano) e l'opposizione di parte del centro destra capitanato da Manlio Messina, appena assurto al ruolo di delfino dell'eurodeputato Giovanni La Via. Ma a margine di questa controversa votazione deve registrarsi un fatto nuovo che pare non abbia per niente impressionato chi ha votato questo progetto. Il promotore del PUA, Renzo Bissoli, poco più di un mese fa, è stato condannato, in primo grado a 7 anni dal tribunale penale di Messina. Il reato contestato è bancarotta fraudolenta a causa del fallimento della Smeb, azienda che si occupava dei cantieri navali di Messina fallita nel 2003 insieme ad altre due società, La Fenice compagnia di assicurazioni Spa e la Sirio Srl. L'accusa secondo la magistratura è di aver creato un incredibile gioco di scatole cinesi al fine di eludere i creditori, attività che hanno portato l'ex amministratore delegato Renzo Bissoli alla condanna. Un crack pilotato che avrebbe portato via 15 milioni di euro alla società poi fallita. Nell'inchiesta dei magistrati dove sono coinvolti altri amministratori di società, si parla anche del trasferimento di 8 milioni di euro dalla Smeb alla Fenice. Un quadro chiaro delle società in cui Bissoli è coinvolto, ce ne siamo già occupati, si evince da un semplice grafico La condanna per Bissoli è solo in primo grado e la legge parla chiaro quando ammette che comunque, fino al terzo grado di giudizio, vi è la presunzione di innocenza.Non si vuole nemmeno ripetere la solita storia di "cianciopoli". E' stato già chiarito: la consistenza degli appezzamenti di terreno della famiglia dell'Editore del quotidiano La Sicilia non supererebbe il 20% di tutta l'area su cui ricadranno le opere del progetto Stella Polare. Ferme restando quindi tutte le presunzioni d'innocenza possibili, che rispettiamo ed in cui crediamo ciecamente come principi, restano fatti di pubblica rilevanza, e quindi da far conoscere ai lettori/cittadini che a capo di un progetto da 500 milioni che stravolgerà in ogni caso la zona Plaia di Catania, vi sia un imprenditore, Renzo Bissoli, condannato in primo grado a 7 anni di carcere per una bancarotta fraudolenta milionaria ed i terreni coinvolti appartengono alla famiglia di un altro grande imprenditore, Mario Ciancio Sanfilippo, a tutt'oggi indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Intanto si moltiplicano i dissensi e le posizioni di contrasto alla decisione presa dal consiglio comunale. Dal comitato NO PUA, al sindaco di Catania Enzo Bianco, all'assessore Salvo Di Salvo fino ad arrivare all'associazione Free Green di Alfio Lisi. Tutti profondamente contrariati dalla decisione del consiglio comunale. Oggi è prevista una conferenza Stampa dell'opposizione che noi di Sud seguiremo con attenzione per capire cosa abbia spinto alcuni consiglieri, insieme a parte della maggioranza e ad Articolo 4, a votare a favore del PUA disattendendo le indicazioni di Regione ed Amministrazione comunale tese a ridurre l'impatto ambientale. Anche queste motivazioni sono certamente di pubblica rilevanza. Continueremo a seguire questa vicenda, convinti che non saremo soli, perché non si tratta del solito scandalo, del solito affare su terreni agricoli che divento commerciali, ma di un progetto che andrebbe comunque a stravolgere per sempre uno dei luoghi più belli del mondo che non può essere lasciato in balia di interessi che possano in qualche modo confliggere con quelli generali e, soprattutto, delle prossime generazioni.