E' ormai quasi certo che i due onorevoli regionali Valeria Sudano e Luca Sammartino, rappresentanti del movimento Articolo 4, passeranno all'interno del gruppo regionale del PD. A Catania Articolo 4 conta ben 7 consiglieri che unendosi ai 6 del PD creeranno uno dei gruppi più forti all'interno del Consiglio Comunale Durante la scorsa direzione del PD le voci su possibili annessioni da soggetti "esterni" iniziavano a girare tra gli esponenti democratici, ma ancora qualcuno non voleva fare nomi. Le stesse voci si fanno però oggi sempre più pressanti: a quanto pare tutto il gruppo di Articolo 4 (composto prettamente da ex UDC ed ex Mpa), quindi una forza storicamente non proprio vicina all'esperienza politica del centro-sinistra italiano, sarebbe già entrato a far parte del PD regionale. In particolar modo faranno il loro ingresso ancora non ufficiale tra i democratici i due giovani leader del movimento e deputati regionali Luca Sammartino e Valeria Sudano. Lo scenario all'interno del Parlamento regionale cambierà, eccome. Con i loro 5 deputati, Sudano e Sammartino, sposteranno lievemente lo scacchiere degli equilibri, rinforzando le file del PD. Ma chi sono i deputati regionali di Articolo 4? Originariamente 12, dopo la scissione del gruppo facente riferimento all'Onorevole Lino Leanza (ora Sicilia Democratica), oggi i deputati sono (oltre a Sammartino e Sudano) Alice Anselmo, Giuseppe Nicotra e Paolo Ruggirello. All'origine della rottura tra Leanza e i due giovani deputati, la modalità di annessione al PD sarebbe stata una delle cause scatenanti. L'onorevole di Sicilia Democratica avrebbe preferito una federazione, mentre Sammartino e Sudano l'ingresso con tessera. Ed è proprio un ingresso con tessera quello che si prevede nei prossimi giorni a livello regionale. Cosa cambierà a Catania? Lo statuto del Partito Democratico prevede che tutti coloro che entrano formalmente nel partito, facciano automaticamente parte del gruppo consiliare. In teoria tutti i consiglieri di Articolo 4, che conta un'armata di ben 7 persone (Giuseppe Musumeci, Antonino Manara, Beatrice Viscuso, Ludovico Balasamo, Giovanni Marletta, Rosario Gelsomino), dovranno entrare nel gruppo, trasformando il PD nel gruppo più forte del Consiglio catanese. Una forza che però gli ex Articolo 4 faranno ben pesare sia all'interno del gruppo che all'esterno. Come? Attualmente il gruppo consiliare del PD è formato da 6 consiglieri, che passerebbero in minoranza con i nuovi ingressi. Questi ultimi potrebbero - ad esempio - pretendere di scegliere un nuovo capogruppo che meglio rappresenta la nuova composizione. Ma non solo, all'esterno del gruppo, ed in particolare in Giunta il nuovo gruppo potrebbe - sicuramente in una fase successiva - far pesare i propri numeri per avere uno o più assessorati. Con i loro 12 consiglierei il PD costituirebbe 1/3 del Consiglio e circa la metà della maggioranza. A tal proposito, intervistato da SUD Press, l'attuale capogruppo di Articolo 4 commenta così la notizia: "Non sappiamo ancora quali siano i termini dei ragionamenti politici che hanno portato all'accordo, però entreremo all'interno del PD. Ancora non so dirle con che formula, se con un ingresso diretto o meno, ma quello di questi giorni è l'arrivo di un processo già iniziato in precedenza. Certamente saremo un gruppo numeroso ma sosteniamo sempre l'amministrazione Bianco e, almeno in questa fase, non abbiamo intenzione di pretendere nulla. Non è per una poltrona o cose simili che abbiamo deciso di aderire". Non sarà per questo motivo, ma la questione dell'identità politica all'interno del PD rimane. Eppure il segretario provinciale Enzo Napoli, poco tempo addietro, durante l'ultima direzione del PD tuonava contro la trasformazione del PD in un "partito-autobus elettorale". “Io leggo sui giornali tanti interessamenti al PD - dichiarava Napoli - ma chi aderisce lo fa dopo un percorso di condivisione, di alleanza, di sincera adesione ai valori ed ai principi del Partito Democratico. Saremo invece molto accorti nei confronti di chi pensa che il PD sia un autobus dove salire per avere vantaggi elettorali". Ma a prescindere dalla pretesa o meno di un posto "al sole", la questione politica che si viene a creare di fronte a questa nuova mossa politica, riguarda la possibilità di nuove fratture all'interno del Partito Democratico. Già diviso dalle recenti polemiche, il PD catanese somiglierà sempre di più a quello nazionale: ostaggio delle correnti (civatiani, renziani, bersaniani-cuperliani ed ora "sudaniani"?) il principale partito del paese, preso da una voracità inglobante, rischierebbe di non avere nessuna reale identità.