L'ingresso di Articolo 4 nel Partito Democratico viene inaugurato da una prima prova di forza da parte degli ex Mpa. Fatto impensabile prima d'adesso, la formazione di Sudano e Sammartino non appoggerà candidati del PD alle comunali di San Giovanni La Punta e Tremestieri Rispetto alle urla pirotecniche della volta scorsa, la direzione del PD di ieri sera sarebbe meglio inquadrabile come una allegra chiaccherata tra amici al dopolavoro ferroviario. I toni sono pacati, gli animi sedati, e ai giornalisti arrivati per fotografare scontri ed insulti (ancora riecheggia nell'aria il "Niccolò fai schifo" dell'onorevole Raia) non resta che tornare a bocca asciutta ed accontentarsi di qualche iscritto ribelle e di qualche mal di pancia qua e la. A dir la verità però, scontri titanici a parte, il primo documento che viene approvato, a firma dell'Onorevole Giuseppe Berretta, fa assumere al PD una posizione finalmente "forte e chiara" rispetto alla questione da noi spesso denunciata della gestione del C.A.R.A. di Mineo. Il documento, che è stato presentato nel corso della Direzione da Tania Spitaleri (consigliere comunale di Giarre) chiede con forza “lo scioglimento e il commissariamento del Consorzio” che gestisce il Cara di Mineo”.
“Le recenti vicende giudiziarie relative alla gestione del CARA di Mineo e connesse all'inchiesta Mafia Capitale impongono anche al Partito Democratico una profonda riflessione sui fatti in questione e una presa di posizione ferma e inequivocabile – si legge nell’odg del deputato Berretta – Il quadro che sta emergendo, infatti, descrive una gestione del CARA che appare piegata a interessi particolari attraverso l'utilizzo di procedure e modalità di conferimento degli appalti poco trasparenti" Ma nonostante questo, a noi, la vera notizia della serata appare un'altra. La direzione è stata infatti convocata principalmente per benedire l'ingresso nel partito degli ex Mpa di Articolo 4, dando spazio alle voci dissidenti in modo formale (ed innocuo), dopo la "festa di matrimonio" in pompa magna celebrata tra orde di truppe cammellate presso l'anfiteatro delle Ciminiere di Catania. In quell'occasione, lo ricordiamo, il segretario Enzo Napoli, il plenipotenziario Davide Faraone, Fausto Raciti ed altri esponenti di punta del partito avevano presentato al pubblico festante l'unione con Sudano e Sammartino. Finito il party, tra gli ambienti molto più austeri dello Sheraton di Catania, escono fuori le prime incongruenze. Proprio coloro che erano sinceramente convinti che l'arrivo degli ex autonomisti tra i Democratici fosse il segno di una folgoratio dei due deputati regionali sulla via di Damasco, rimarranno delusi nel sapere che proprio in occasione del primo appuntamento elettorale Articolo4 farà di testa sua e non appoggerà i candidati del PD. Stiamo parlando dei comuni di San Giovanni La Punta e Tremestieri, importanti centri pedemontani, nei quali Articolo 4 ha deciso di appoggiare Nicola Alfio Bertolo e Santi Rando. Proprio su questo argomento, per chi ha saputo aspettare un attimo di "brio", non manca un affondo dell'Onorevole Berretta nei confronti del sindaco e di altri esponenti del PD: "Questo è un primo esempio della mancata condivisione di ideali e percorsi che riguarda in generale l'ingresso di Articolo 4. Il sindaco dice che lui non si è occupato della vicenda ma lo abbiamo potuto vedere sul palco dello Sheraton. Oggi si dice è tutta colpa di Enzo Napoli però c'erano anche il sindaco ed il sottosegretario Faraone alla kermesse di Articolo 4, tutti hanno voluto far parte della festa senza tener conto che la festa vera non si poteva fare perché un matrimonio va fatto in due." Ma, a prescindere dalle polemiche e dalle opinioni, appare evidente che la scelta di Articolo 4 nei paesi pedemontani non sia altro che una vera e propria azione muscolare con la quale il movimento di Sudano e Sammartino cercano (e riusciranno?) ad imporre la propria volontà, ed il proprio peso, all'interno del partito etneo. La segreteria e al direzione provinciale faranno qualcosa o, anche sta volta, staranno a guardare?