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Consorzi di bonifica, stipendifici per antonomasia: i numeri

18-12-2014 06:11

Lucia Murabito

Inchieste, Regione Sicilia, Rosario Crocetta, tagli, export, tasse, money lender, paolo cantaro, angelo pelicanò,

Consorzi di bonifica, stipendifici per antonomasia: i numeri

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Debiti accumulati superiori a 100 milioni di euro. 2.249 dipendenti, dei quali solo 576 sono operai. Cospicui i contributi regionali, pari a circa 50 milioni di euro annui. Gli agricoltori: "Struttura elefantiaca, postificio, accumulo di debiti e disservizi"



 



Crocetta e Caleca, in separata sede e in tempi diversi, hanno annunciato tagli e controlli.
La Cgil li descrive come "indispensabili per il comparto agricolo", per la Confederazione Italiana Agricoltori della Sicilia hanno rappresentato "postifici e strutture dove la Regione ha messo in pratica le proprie logiche clientelari".



Su una cosa sono tutti d'accordo: vanno rivisti e occorre fare una seria revisione del loro operato.



 



 



Dipendenti: tutti i numeri
Attorno ai Consorzi di Bonifica gravitano 2.249 lavoratori: 1.012 stagionali (con contratti da 51 o da 151 giornate lavorative l'anno) e 1.237 assunti con regolare contratto a tempo indeterminato. Di questi 1.237, solo 576 sono operai. I restanti 661 si dividono tra dirigenti ed impiegati.
Il solo Consorzio catanese conta un totale di 167 lavoratori. In quello di Enna, che serve un territorio di appena 6.800 ettari - i dipendenti sono 315. Una media regionale di un lavoratore ogni 22 ettari di terreno.



 



I contributi regionali: 53 milioni di euro solo nel 2014
Per loro, il Governo Regionale stanzia contributi fino al 95% delle spese di funzionamento dei consorzi. Per il 2014 i consorzi di bonifica hanno gravato sulle casse della regione per un totale di circa 53 milioni di euro: 10 milioni per le garanzie occupazionali dei lavoratori stagionali e circa 43 milioni per i lavoratori dipendenti.
Cifre che andranno di anno in anno scendendo (fino al 90% nel 2015 e fino all'80% per il 2016) ma che sono comunque esorbitanti se si pensa che ogni agricoltore paga a questi stessi consorzi circa 300 euro per ogni ettaro posseduto.



 



I bilanci fantasma
Spulciando i siti internet dei consorzi, nell'area  "Amministrazione Trasparente" di trasparente c'è ben poco: bilanci fermi al 2012, bilanci consuntivi mancanti, pagine inesistenti.
Il Consorzio7, quello dell'area calatina, riporta solo la relazione al bilancio di previsione 2014. Senza bilancio allegato.
La stessa Regione Sicilia non ha le idee chiare in merito. Ad affermarlo è Giosuè Catania, vicepresidente della  Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) di Sicilia: "Nonostante i consorzi siano commissariati dal '95, si aspetta la definizione della nuova riforma per quantificare debiti e patrimoni e formulare eventuali piani di rientro".
E pensare che proprio nel 1995 la Regione aveva provveduto a sanarne i conti dai bilanci in rosso...



 



La riforma 2014
Dal 1995 i consorzi sono commissariati: fino al 2013 vi era un amministratore unico, nominato dall'Assessore Regionale all'Agricoltura, adesso vi sono due commissari straordinari.
La riforma dei consorzi di bonifica - annunciata dal Governatore Crocetta e contenuta nella legge di stabilità 2014 - prevede l'accorpamento di tutti i consorzi, attualmente 11, in due maxi-consorzi: quello della Sicilia Occidentale (consorzi di Trapani, Palermo, Agrigento, Caltanissetta e Gela) il cui commissario straordinario è Fabrizio Viola e quello della Sicilia Orientale (consorzi di Catania, Messina, Siracusa, Enna, Caltagirone e Ragusa) con Francesco Petralia come commissario.
Peccato che la riforma sia attualmente in stand-by e che di mezzo ci sia anche lo zampino del Commissario dello Stato che - proprio all'articolo 13 riguardante i consorzi - ha impugnato e bloccato non pochi commi. 
E c'è anche un altro dato: la riforma non parla di riduzione di personale, anzi. Il comma 1 recita: "L’unificazione dei comprensori consortili avviene garantendo l’utilizzo delle medesime unità di personale di ruolo, precario ed a tempo determinato". 



 



La  Confederazione Italiana Agricoltori
La CIA di Sicilia non è dello stesso parere in quanto a gestione del personale.
"La classe politica del passato, ma anche attuale, ha delle responsabilità gravissime nell'aver creato nei consorzi dii bonifica dei carrozzoni burocratici frutto di clientele, di affari, di interventi che esulavano dal vero interesse e dalla vera vocazione dei consorzi stessi" afferma perentorio Giosuè Catania.
"I consorzi siciliani - continua - hanno più dipendenti di qualsiasi altro consorzio italiano" afferma.



Si pensi che la Toscana, con 13.000 ettari di terreni ha circa 500, già considerati troppi. La Sicilia ne ha quasi il quintuplo con un territorio appena tre volte superiore.



"Per qualsiasi privato - continua Catania - sarebbe folle gestire un servizio di questo tipo a queste condizioni. Le piante organiche fin ora definite ed utilizzate, rapportate alle attuali esigenze  dei consorzi, sono impensabili da sostenere. Non vogliamo decidere noi quanti lavoratori dovranno farne parte: saranno i Piani di Organizzazione a definirlo".
E ancora: "I Consorzi sono una bomba ad orologeria. Vanno subito definiti debiti e patrimonio per progettare una fase di risanamento. Solo allora potranno tornare in mano agli agricoltori". 
"Non possiamo permetterci - conclude - di far pagare noi 20 anni di errori e di mala gestione della politica regionale: per prenderne in mano le redini vogliamo che si chiuda il capitolo dei debiti, delle spese pazze, del clientelismo. Devono consegnarci in mano strutture snelle, aziende operative ed efficienti, con i conti puliti e sanati".



 



Quello dei consorzi di bonifica sembra essere il primo banco di prova del neo assessore Caleca: lui stesso, pochi giorni fa, ha annunciato azioni di responsabilità verso quei dirigenti che ne hanno creato il dissesto.
Ma il Governo Crocetta non è nuovo ad annunci di tagli e messa in ordine dei conti ai quali segue il silenzio più assoluto. Si pensi all'Arsea, per la quale nessun provvedimento è stato ancora messo in atto.



Ancora un annuncio al quale non seguiranno azioni concrete?
"E io pago", direbbe il celebre principe De Curtis...


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