Il sindaco dimissionario di Acireale Roberto Barbagallo, arrestato nell'ambito dell'operazione , è stato scarcerato e posto agli arresti domiciliari. A confermarlo è il suo legale Enzo Mellia. L'ex primo cittadino era stato fermato con l'accusa di aver convinto sotto minaccia, tramite un'ispettore della municipale, Nicolò Urso, alcuni noti venditori ambulanti dell'acese, i fratelli Principato, a procurare voti per il candidato alle elezioni regionali Nicola D'agostino, risultato del tutto estraneo ai fatti. Per Urso invece, la misura dei domiciliari è stata sostituita con l'interdizione dal pubblico ufficio per un anno Il tribunale del riesame, in realtà, ha confermato in pieno la responsabilità dell'ex sindaco di Acireale. Sono stati dati però gli arresti domiciliari, per via del tempo già trascorso in carcere (oltre 1 mese), ma sul piano indiziario non viene meno l'impianto accusatorio per tutti i fatti e tutti gli imputati. Era stato un vero fulmine a ciel sereno, l'arresto del sindaco Barbagallo. Un giovane rampante, amministratore di Acireale, forse il più importante centro del catanese, vicinissimo a Nicola D'agostino, politico di spicco a livello regionale ma non solo, con "Sicilia Futura". Eppure l'operazione "Sibilla" della Guardia di Finanza, aveva messo in luce quanto fatto dal sindaco, con l'aiuto di un suo fedelissimo. La ricerca di preferenze elettorali alle elezioni regionali del novembre 2017, per D'agostino, aveva portato Barbagallo a servirsi di Urso per intimorire appunto i Principato che avrebbero avuto un gran seguito di elettori ma che per svolgere la propria attività di vendita non avrebbero avuto le dovute autorizzazioni. Dopo l'arresto e lo scandalo per il primo cittadino con le dimissioni seguenti, e i domiciliari per Urso, grazie anche alle intercettazioni delle conversazioni tra i due in merito alle richieste da fare ai Principato, che poco lasciavano all'immaginazione, oggi è arrivata la decisione da parte del Tribunale, con la modifica delle attuali pene.