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Consorzi di Bonifica in stallo per cattiva gestione, agricoltura siciliana in ginocchio

20-08-2018 03:02

Lucia Murabito

Cronaca, sushi-zen,

Consorzi di Bonifica in stallo per cattiva gestione, agricoltura siciliana in ginocchio

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Un milione e mezzo di nuovi debiti, un servizio che continua a non funzionare, l'agricoltura siciliana al collasso. Solo quest'anno le aziende della Piana di Catania hanno perso il 60% del frutto degli agrumeti a causa delle inadempienze dei Consorzi di Bonifica. Che si aspetta a mettere un punto fermo?



Ne scriviamo praticamente ogni anno. E ogni estate è un calvario per le migliaia di aziende agricole siciliane costrette a sottostare alle inadempienze dei Consorzi di Bonifica. Sempre in deficit economico e strutturale i Consorzi non riescono mai a garantire un servizio adeguato: acqua in ritardo, a singhiozzo, tubature intasate dai detriti, calendario di distribuzione mai rispettato. Quest'anno in alcuni punti della Piana di Catania l'acqua non è arrivata proprio.



"Noi il servizio però lo paghiamo", spiega ai nostri microfoni Placido La Delfa, imprenditore agricolo e rappresentante dell'Associazione di Agricoltori Agrocepi. "Non chiediamo cose dell'altro mondo, ma solo che la manutenzione delle cabine e dei condotti venga fatta nei tempi opportuni".



"Il servizio di distribuzione dell'acqua dovrebbe andare da maggio a settembre - continua La Delfa - ma se manca la manutenzione preliminare succede quello che succede ogni anno."



E cioè che il servizio non parte o parte a singhiozzo. "Il 23 di maggio ci hanno comunicato con una nota che non avrebbero potuto garantire il calendario di distribuzione stabilito. Il servizio è partito il 17 luglio. Il 18 di luglio il primo guasto e niente acqua fino al 20. Poi l'acqua è arrivata ma senza adeguata pressione perché dei quattro motori previsti ne funziona a stento uno".



"Il risultato?" continua a spiegare Placido La Delfa. "Il risultato è che chi non può sfruttare la pendenza naturale non ha ricevuto acqua. Il 60% delle aziende che si occupano di coltivazione degli agrumi ad esempio hanno perso completamente i frutti. E meno male che il cielo quest'anno ci ha graziato mandandoci qualche pioggia di tanto in tanto".



Ma a chi spetterebbe il lavoro di manutenzione? "È compito dei lavoratori stagionali dei Consorzi, che però come ogni anno ricevono i contratti tardi" ci spiega Ernesto Abate rappresentante SIFUS - CONFALI dei lavoratori del Consorzio di Bonifica 9.



"E come se non bastasse invece delle cinque giornate lavorative a settimana ne hanno conteggiate sei, così il servizio dei 78isti invece che finire nella prima decade di settembre è finito il 10 agosto, con molto anticipo sulla tabella di marcia".


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Attività ridotte all'osso, manutenzione tardiva, invasi non drenati: "


Quello che non capisce il Direttore Generale del CB9 Fabio Bizzini

è che risparmiare sulle manutenzione non è un risparmio ma uno spreco". Sì, perché gli agricoltori insoddisfatti poi adiscono per vie legali e i costi delle consulenze.


Ce lo spiegavano in un intervista qualche anno fa alcuni dipendenti stufi della situazione in cui versa l'ente

.


"


Tolto gli stagionali

, che sono quelli che ci erogano fisicamente il servizio nei mesi estivi - si chiede Placido La Delfa -


gli altri dipendenti cosa fanno durante il resto dell'anno? Io li vedo solo alle scrivanie in attesa del tempo che passi.

Che si guadagnino lo stipendio. Non si possono assumere gli stagionali prima perché non ci sono i soldi? Che mandino i dipendenti a tempo indeterminato a far manutenzione".


"Che sia chiaro, noi non ci lamentiamo e basta. Abbiamo anche cercato di fare proposte che risolvano alcuni dei problemi storici. Un esempio? Lottiamo da tre anni per un collegamento con la Dica Sciaguana. Si tratta di un invaso che non serve più alcuna azienda agricola e che avrebbe l'acqua necessaria  per servire alcune delle aziende del Dittaino. Si tratta di fare un collegamento di appena tre chilometri, poi l'acqua arriverebbe a caduta grazie ad una naturale pendenza. Nessuno si è degnato di risponderci".


"Per la stessa zona il Consorzio spende circa 2 milioni di euro l'anno per distribuire acqua che spesso poi nenache arriva. Il progetto costerebbe solo 700.000 euro e non avrebbe altre spese annuali se non l'ordinaria manutenzione delle condutture. Che si sta aspettando?".


Di chi è la colpa? "Della pessima gestione, senza ombra di dubbio

. Si mandino a casa i funzionari o li si metta a lavorare seriamente. Non possono tenere aperto l'iter di acquisto di un motore di pompaggio per tre anni perché sbagliano a fare le richieste", conclude La Delfa.


"Occorre che si riformi davvero il sistema" spiega dal canto suo Ernesto Abate. "L'accorpamento dei consorzi in due macro enti è chiaro che non funziona: i territori hanno esigenze diverse e sono legati a cinque invasi principali. E poi si chiarisca definitivamente se siamo sotto al diritto pubblico o a quello privato: rimpallano di continuo le responsabilità tra direzione dei consorzi e Regione.


Per non parlare dei debiti: hanno creato due enti nuovi ma nessuno ha stabilito che fine fanno i 60 milioni e passa di debiti pregressi

".


Debiti che continuano ad aumentare

e a parlare è il


risultato d'esercizio 2017

firmato lo scorso 22 giugno 2018 dal Segretario del Consorzio per la Sicilia Orientale nonché Direttore Generale del Consorzio di Bonifica 9 Fabio Bizzino e dal Commissario Straordinario Marcello Maisano:


disavanzo di amministrazione pari a 228.441 euro e un risultato di esercizio pari a - 1.470.478 euro. Un milione e mezzo di nuovi debiti.

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"Ma adesso basta, vogliamo un tavolo tecnico che entro dicembre chiarisca qual è il piano di liquidazione dei debiti e che fine faranno i lavoratori. Non esiste solo il quadro dirigenziale, sono gli stagionali da oltre 20 anni a garantire il servizio. Ci mettano nelle condizioni di farlo al meglio" conclude Abate.


 


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