In genere le "gestioni commisariali" servono innanzitutto a fare ordine oltre che sistemare conti e procedure: alla Pubbliservizi, società partecipata dalla Città Metropolitana di Catania di cui ci siamo più volte occupati, pare accada esattamente il contrario e la confusione sembra aumentare nonostante sia gestita da un commissario straordinario, l'avvocata laziale Maria Virginia Perazzoli, nominato dal ministero dello Sviluppo Economico addirittura nel 2018.
L'ultimo caso esplode il 17 marzo, quando in sede di controllo sulle varie partecipate Città Metropolitana si accorge che in Pubbliservizi il responsabile anticorruzione e trasparenza della società risulta collocato in congedo parentale da parte del Commissario Perazzoli da oltre sei mesi e mai sostituito come obbligatorio per legge.
Solo dopo la formale contestazione da parte di Città Metropolitana, in data 18 marzo il Commissario Perazzoli si decide ad effettuare un atto d'interpello interno rivolto a quattro funzionari della stessa società, tra i quali il commissario ha ritenuto opportuno inserire anche chi attualmente risulta imputato per corruzione nel noto processo che decapitò la precedente governance di Pubbliservizi!
In data 29 marzo, fallita la procedura di interpello, il Commissario Straordinario Perazzoli ha pubblicato un bando per ricoprire questo delicato ruolo, la cui mancanza crea non pochi problemi in ordine alla regolarità degli atti ed in alcuni casi persino sulla loro efficacia.
La scoperta della mancanza di un Responsabile Anticorruzione e Trasparenza ha attivato altri controlli sul tema da parte della ex Provincia e si è anche accertato che sul sito della Pubbliservizi risulta pubblicato un modello 231 mai divenuto operativo né è ricavabile l'esistenza di un Organismo di vigilanza ex modello 231 o di audit periodici effettuati e/o relazioni idonee a dimostrare l'effettiva implementazione del modello.
Né tantomeno risulta intervenuta la modifica del modello alla luce delle prescrizioni covid sui rischi aziendali.
Si tratta di omissioni gravi per una società partecipata, laddove la legge prescrive che il "piano triennale anticorruzione e trasparenza" è un atto che necessita di essere coordinato e integrato con il modello 231, ove adottato.
E dal sito della società non è rintracciabile alcun piano anticorruzione integrato con il modello 231 citato.
Ancora più grave la situazione sulla trasparenza amministrativa, anch'esso di stretta competenza del Commissario.
In data 24 marzo Città Metropolitana, nell'ambito dell'attività di "controllo analogo" prescritta dalla normativa, scrive di nuovo al Commissario Perazzoli: "In seguito a verifiche effettuate da questo Servizio sul sito web di codesta Società, nella sezione “Amministrazione Trasparente”, si rappresenta che sono state riscontrate notevoli difficoltà nel trovare le informazioni riguardanti alcuni dati inerenti, in particolare, alle sottosezioni “Bandi di gara e contratti”, “Consulenti e collaboratori”.
E precisa: "In merito alla sottosezione “Consulenti e collaboratori”, si chiede, altresì, di verificare la completezza della pubblicazione dei dati stessi, relativamente ai curricula vitae, all’indicazione esatta dell’ammontare dei compensi, alle dichiarazioni previste ai sensi dell’art. 15, comma 1, lett.c) e d) D.Lgs. 33/2013, nonché al tipo di procedura seguita per la selezione del consulente/collaboratore.
A tal proposito, riguardo all’Elenco degli incarichi conferiti dai Commissari” pubblicato sul sito web del MISE in “Amministrazione Straordinaria”, il Ministero interessato in merito, con nota di questo Servizio prot. n. 15276/2022, ha provveduto a rendere accessibile la relativa pagina web
https://www.mise.gov.it/index.php/it/impresa/vigilanza/amministrazione-straordinaria/elenco-incarichi-conferiti,
tuttavia, dal collegamento effettuato non risultano aggiornati i dati degli incarichi conferiti."
In effetti, abbiamo controllato anche noi, nella pagina del governo in cui è obbligatorio pubblicare questi dati non risulta nulla da parte di Pubbliservizi a differenza delle altre gestioni commissariali.
Nel caso delle consulenze esterne, su cui c'è già un'indagine aperta dalla Procura della Corte dei Conti, la mancata pubblicazione rende irregolari gli eventuali pagamenti effettuati, con la previsione di una sanzione per l'organo deliberante pari a quanto liquidato!
Insomma, anche qui la saga continua...