Scrutinio finalmente concluso nella tarda nottata del suo secondo giorno, e già qui ci sarebbe da dire qualcosa: inammissibili i ritardi nel 2023 dove ancora si vota con la matita su fogliacci di carta e si devono attendere verbali cervellotici. Evidentemente a qualcuno conviene così o sono talmente scarsi da non riuscire ad immaginare, come nel resto del mondo, metodi di voto più moderni di quelli del dopoguerra, e di fare votare i non domiciliati nei luoghi di residenza manco a parlarne. Torneremo anche su questo.
Intanto, il trionfo senza precedenti di Enrico Trantino alla carica di sindaco è già stato metabolizzato e si attendono i primi atti, a partire dalla composizione della giunta che non sarà una passeggiata.
Le fibrillazioni riguardano adesso i risultati delle liste, che qualche sorpresa la registrano.
CENTRO SINISTRA
Nel titolo, che ha i suoi limiti di spazio, ci siamo concentratI sulle maggiori forze della maggioranza, ma anche tra i competitor le notizie non mancano: il centro sinistra si è liquefatto, riducendo l'opposizione ad appena 6 consiglieri su 36, compreso Maurizio Caserta che entra in quanto “miglior perdente”, così vuole la regola che assegna un seggio al secondo classificato tra i candidati sindaci.
Il Partito Democratico raggranella appena 10.530 voti arrivando al minimo storico dell'8,54% dei votanti, dovendosi accontentare di appena 3 seggi che vanno a Damien Bonaccorsi, Anna Vullo, e Gerri Barbagallo.
Debacle totale dei 5Stelle che si fermano al 5,68% e per un soffio superano con 7.003 voti lo sbarramento portando in consiglio solo 2 dei suoi candidati: Graziano Bonaccorsi e Giovanni Amato.
Sempre nel centro sinistra umiliate le altre liste, scompare Bianco che arriva al 2,56%, la lista del candidato sindaco Caserta all'1,50% e L'ora del popolo di Riccardo Tomasello allo 0,50%.
Molto grave per una città che ci si ritrovi senza un'opposizione consistente, molto grave.
Inesistenti le liste degli altri candidati Zappalà, Lipera, Giuffrida e Drago. Ininfluenti.
SUD CHIAMA NORD
Forte delusione per il movimento di Cateno De Luca che, mentre inanella l'incredibile successo a Taormina diventando sindaco, nel capoluogo etneo è riuscito a sbagliare tutto lasciando al 3,35% la sua lista che con i suoi 4.007 voti resta lontanissima dal poter ottenere un seggio.
Veniamo ai “vincitori”, anche se è ancora difficile fare un analisi completa, occorrerà capire meglio nei prossimi giorni i vari posizionamenti.
MPA
Chiarissimo il successo, peraltro atteso ma magari non con queste dimensioni, del Movimento Autonomista che fa capo a Raffaele Lombardo che somma .
Qui la leadership è indiscussa e gli equilibri interni sono determinati, gli autonomisti hanno rischiato dividendo la loro forza in due diverse liste ed entrambe sono andate agevolmente a bersaglio superando in scioltezza la soglia di sbarramento.
Le due liste, “Grande Catania” e “Popolari e Autonomisti” sommano 20.798 voti, arrivando al 16,87% dei consensi espressi.
Risultato importante che porta in consiglio comunale ben sei consiglieri: il presidente uscente del Consiglio comunale Sebastiano Anastasi, gli uscenti Alessandro Campisi e Orazio Grasso, Maria Grazia Rotella e Angelo Scuderi, mentre entra per la prima volta nel senato cittadino l’avvocato già presidente della Multiservizi Serena Spoto.
FORZA ITALIA
Significativo quanto accaduto in Forza Italia, 15.324 voti col 12,43%, dov'era attesa la partita tra “storici” e new entry di recentissima fede schifaniana.
Il risultato anche inequivocabile: a Catania i voti del partito di Berlusconi fanno riferimento diretto all'assessore all'economia Marco Falcone, che piazza 5 consiglieri sui cinque eletti, lasciando malamente fuori dalla porta quelli espressi dal deputato Nicola D'Agostino.
Entrano in consiglio l'uscente Giovanni Petralia, e rientra Riccardo Pellegrino, mentre vi approda col titolo di più giovane mai eletto, appena vent'anni, Piermaria Capuana. Si aggiungono alla squadra forzista Milena Monteleone e Melania Miraglia.
LEGA - PRIMA l'ITALIA
La Lega, a Catania, è Sammartino-Sudano e non ci sono dubbi, un pacchetto di voti che la coppia ha dimostrato più volte di riuscire a portare dove vuole, da sinistra a destra passando per il centro e, se necessario, dall'alto in basso e viceversa. Voti loro, punto e chapeau.
E anche in questa tornata registrano il loro successo, che non si limita al capoluogo ma si estende alla provincia con numerosi sindaci ed amministratori eletti.
A Catania città ottengono 13. 619 voti arrivando all'11.05% ed eleggendo cinque consiglieri: l'uscente Giuseppe Gelsomino, Giuseppe Musumeci, Maurizio Zarbo, Valentina Saglimbene, e Andrea Cardello.
NOI MODERATI - DEMOCRAZIA CRISTIANA
Anche il partito di Totò Cuffaro supera lo sbarramento con i suoi 8.099 arrivando al 6,57%.
Elegge due consiglieri: Salvo Giuffrida e Maurizio Mirenda.
LISTA TRANTINO SINDACO
Buono il risultato della lista riferita direttamente al candidato sindaco del centro destra Trantino e che metteva dentro un pò di tutto, centristi compresi.
Ottiene 10.703 voti e col 8,68% elegge quattro consiglieri: Giovanni Curia, Fabio Domenico Currò, Alessia Trovato ed Anthony Manara.
FRATELLI d'ITALIA
È nel partito che porta il nome della premier come bandiera che l'analisi si fa più complessa e gli si dovrà dedicare spazio a parte nei prossimi giorni, considerato che, come sempre accade quando le diligenze si affollano, è in corso una guerra tra “fratelli coltelli” che si rifanno alle varie anime.
In ogni caso il successo della lista c'è stato, bisogna capire a chi assegnarla.
18.607 i voti che la portano al 15.09%.
Conquista 7 seggi eleggendo Daniele Bottino, primo degli eletti in questa tornata, e poi Andrea Barresi, Paola Parisi, Erio Buceti, Erika Bonaccorsi e Giovanni Magni e Viviana Lombardo.
Vedremo nei prossimi giorni cosa emergerà di interessante…
Intanto, buon “lavoro” a tutti, sperando che riescano a fare meno danni di quelli che si attendono.
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