Dario De Luca La collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale guidato dal 2008 da Antonio Mastrapasqua e la Procura della Repubblica di Catania al centro di un tavolo di lavoro che ha visti coinvolti anche il Presidente del Tribunale di Catania Bruno Di Marco e il Presidente della Corte d’Appello Alfio Scuto.


L’obiettivo è quello di velocizzare tramite una sinergia controlli e verifiche per l’accertamento delle ipotesi di reato. Gli uffici giudiziari sono infatti inondati da migliaia di pratiche. Mastrapasqua non nasconde il problema «L’INPS ha il triste primato di essere il primo azionista dei tribunali italiani, nonostante negli ultimi anni siamo riusciti a dimezzare il numero di cause pervenute». I numeri in ambito civile sono chiari. La Giustizia italiana è la lumaca del continente europeo. I numeri li ha resi noti lo scorso aprile il Ministro della Giustizia Severino: 5,5 milioni di processi pendenti, la durata media sfiora i 7 anni e tre mesi con un riscontro in termini economici che la Banca d’Italia ha calcolato come pari all’1% del prodotto interno lordo. Dati che sommati tra loro portano l’Italia al 157mo posto su 183 Paesi censiti della classifica riguardo i tempi stimati per il recupero dei crediti commerciali. Antonio Mastrapasqua analizza le linee guida «Dobbiamo capire che è molto difficile replicare con un unico sistema a livello nazionale. Ritengo bisogna adattarsi alle specificità delle singole sedi fermo restando che un buon modus operandi possa essere esportato anche ad altre Procure». Nonostante a Catania i numeri fissi vengano visti come un “cattivo segno” Mastrapasqua accoglie di buon grado sia il dialogo con il Procuratore Salvi che gli ultimi risultati « Sono pronto a tornare a Catania per la stipula di un protocollo a tre mani, voglio esportare un modello Catania in Sicilia». Il leader della Procura etnea ha sottolineato i benefici che sta apportando al sistema la recente istituzione della SAS (Sezione Affari Semplici), nata nel maggio 2012 per far fronte alle migliaia di notizie di reato. L’organo composto da 4 magistrati togati e 4 viceprocuratori collabora con il personale della polizia giudiziaria e con alcuni funzionari dell’INPS per ovviare ad un iter procedurale lungo e spesso manuale che portava sia a numerose disparità e allo stesso tempo sommergeva gli uffici dei magistrati con centinaia di atti. « Abbiamo raggiunto delle mete quali l’eliminazione dei lavori d’iscrizione e i relativi passaggi cartacei, abbiamo standardizzato i tempi di trattazione avendo con un quadro più preciso la possibilità di selezionare le violazioni più gravi». « C’è molto da fare e siamo dietro come amministrazione giudiziaria». Salvi non si nasconde, le problematiche delle diverse disfunzionalità nell’ambito civile e penale sono un dato certo. 40mila notizie di reato arretrate per omesso versamento dei contributi previdenziali per una media annua che sfiora le 10mila notifiche, di cui 3000 provenienti dalla sola Enel. Numeri allarmanti a cui fanno eco le parole del Presidente del Tribunale di Catania Bruno di Marco « La situazione in cui versa la sezione lavoro è disastrosa» I confronti con le altre sezioni rendono ampiamente l’idea « Il carico di lavoro è tre volte superiore rispetto a quelle che sono le sezioni principali d’Italia e cioè Roma e Milano». Nonostante le grosse difficoltà Di Marco sottolinea i risultati raggiunti « Il Tribunale di Catania dal maggio 2012 ha realizzato tutte le fasi della digitalizzazione del processo civile, resta però il rischio paralisi dovuto all’enorme contenzioso che grava sulla sezione lavoro».

