All'udienza del processo del filone ordinario di Iblis, sfilano diversi imputati condannati in primo grado nel rito abbreviato. L'ex consigliere comunale di Ramacca Francesco Ilardi e l'ex Consigliere provinciale Antonino Sangiorgi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere così come Alfio Stiro, l'ex sorvegliato speciale che presenziò un banchetto per festeggiare l'elezione di Angelo Lombardo. Incaricati dal Tribunale i periti per le perizie contabili.
Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere poiché imputati nel rito abbreviato del medesimo procedimento. Sono Francesco Ilardi e Antonino Sangiorgi, un passato da “uomini delle istituzioni”, tra il Comune calatino di Ramacca e la Provincia Regionale di Catania. I due uomini erano stati convocati dai Pubblici Ministeri Agata Santonocito e Antonino Fanara nell’ambito del dibattimento del filone ordinario del processo “Iblis” a mafia, politica e imprenditoria. Ilardi, condannato in primo grado a 8 anni è attualmente detenuto, ha fatto una comparsa in aula molto veloce, giusto il tempo di rendere noto alla Corte di volersi avvalere della facoltà di non rispondere. Scelta, quest’ultima, fatta anche da Antonino Sangiorgi, ex Consigliere Provinciale in quota Udc, condannato nel rito abbreviato a 10 anni di reclusione per partecipazione all’associazione mafiosa, concussione ed estorsione. In aula l’uomo originario di Palagonia (CT) ha incrociato un altro imputato eccellente del rito abbreviato che si è avvalso della facoltà di non rispondere, l’ex sorvegliato speciale Alfio Stiro, attualmente agli arresti domiciliari e condannato in primo grado a 8 anni e 8 mesi. Il suo nome venne più volte affiancato a quello del fratello dell’ex Governatore siciliano, Angelo Lombardo, con cui Stiro in passato insieme ad altri soggetti, tra cui il geologo autonomista Giovanni Barbagallo, banchettò per festeggiare l'elezione del parlamentare in una abitazione rurale nei pressi di Palagonia. L’uomo, attualmente detenuto agli arresti domiciliari, è stato già condannato negli anni 90 per associazione mafiosa nel clan del “Malpassotu” a 4 anni e 6 mesi con sentenza passata in giudicato nel procedimento “Aria Pulita”. Il suo è stato un congedo abbastanza rapido dall’udienza. Una volta avviatosi all’uscita dell’aula il saluto a distanza di Sangiorgi «Ciao Alfio ti voglio bene». Spostata alla prossima udienza invece l’audizione di Giuseppe Arena, condannato a 2 anni e 8 mesi in maniera definitiva nel rito abbreviato. I Pubblici Ministeri così come il suo legale, non hanno infatti optato per il ricorso in Appello, per lui l’accusa aveva chiesto una condanna a 13 anni. Arena, accompagnato in aula dalla polizia penitenziaria, è stato informato dell’obbligo, data la sua posizione, di dover rispondere alle domande (ndr. non potendosi appellare alla facoltà di non rispondere concessa agli impupati di procedimento connesso). L’ex “piccolo impiegato personale” del boss Vincenzo Aiello, come si legge nella sentenza di primo grado, non era però stato informato circa i suoi obblighi e poiché in aula non era presente l’avvocato di fiducia ma unicamente un sostituto, la Corte in accordo con i Pubblici Ministeri ha optato per lo spostamento dell’audizione di Arena alla prossima udienza. Unico teste sentito in aula ma solo per pochi secondi, l’avvocato Giuseppe Testai sulla cui posizione però si è preferito l’acquisizione dei verbali d’interrogatorio in passato già resi al Reparto Operativo Speciale dei Carabinieri. L’udienza si è concentrata quindi sul conferimento degli incarichi da parte del Tribunale a decine di periti. Entro il termine di 60 giorni, Commercialisti e Ingegneri dovranno provvedere alla realizzazione delle perizie sui patrimoni degli imputati. Una valutazione sui beni che avverrà anno per anno, in modo da valutare il rapporto tra patrimonio e disponibilità economica di un tempo. Ad essere scandagliati saranno anche i presunti prestanome riconducibili agli imputati così come i parenti prossimi, possibili intestatari fittizi di società, terreni e autoveicoli. Il rischio per molti è la confisca definitiva.
Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alcuni tra i condannati del primo grado. Nominati i periti contabili Autore Dario De Luca e Fabiola Foti