-  ultim'ora  - Il segretario generale dell’Assemblea regionale siciliana Sebastiano Di Bella è pronto alle dimissioni. La notizia appresa da Sudpress è stata confermata da diversi deputati regionali e da altre fonti di Palazzo dei Normanni. La sua nomina proposta e voluta dal presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, nell’ottobre del 2013, scatenò subito molte polemiche perchè il burocrate sessantenne venne chiamato a sostituire l’ex segretario generale Giovanni Tomasello congedato in pensione a soli 57 anni di età . Un caso unico in Italia che portò anche all’erogazione di un trattamento di fine rapporto a sei zeri. Ma l’era Di Bella a Sala d’Ercole non è stata molto tranquilla. Solo negli ultimi mesi, dopo il varo della legge sulla spending review, il massimo burocrate del parlamento regionale, si è trovato al centro di svariate polemiche non solo per lo stipendio attribuitogli che – secondo il presidente della regione Rosario Crocetta – è superiore al mezzo milione di euro annuo, ma anche per la gestione della vicenda della rendicontazione dei gruppi parlamentari con la Corte dei Conti. I capigruppo sostengono che Di Bella non abbia informato adeguatamente la magistratura contabile su una platea di lavoratori che risultano stabilizzati dal parlamento e che, proprio per il difetto di comunicazione da parte degli uffici dell’Ars, vedono a rischio già da questo mese il pagamento dello stipendio. Ma sulla nomina del segretario generale le perplessità sono state davvero tante, soprattutto in ordine al suo compenso. Deputati, ma anche il presidente della regione Crocetta hanno gridato allo scandalo per il fatto che dopo il varo della legge che fissa in 160 mila euro il tetto massimo del trattamento economico dei dirigenti regionali, l’Ars guidata da Ardizzone non avesse deciso di adeguarsi. Ma proprio in queste ore è arrivata anche l’iniziativa di un dipendente che ha presentato un esposto alla procura sulla mancanza di trasparenza ed addirittura l’ipotesi di falso in ordine al trattamento economico dello stesso Di Bella. Pietro Galluccio, questo il nome dell’estensore dell’esposto, pubblicato tra l’altro integralmente da Sudpress ieri, si è soffermato anche sul fatto che della figura del massimo vertice burocratico del parlamento non ci fosse traccia sul sito istituzionale dell’Ars e che mancasse anche il curriculum vitae dello stesso e di altri alti dirigenti. Ora l’annuncio di una indagine che la magistratura di Palermo aprirà come ha dichiarato in esclusiva a Sudpress il procuratore aggiunto Leonardo Agueci.Â