Da qualche mese il Consiglio Comunale è "sconvolto" da un moto di "rivoluzione" dei consiglieri che ha dato vita a nuovi gruppi ed ha cambiato il peso di quelli originari. Catania Futura, Sicilia Democratica, i nuovi arrivi in Articolo 4; come cambiano i rapporti di forza all'indomani degli odierni sconvolgimenti? Norbert Elias, famoso sociologo tedesco scomparso negli anni '90, per descrivere i rapporti di potere all'interno di una qualsiasi struttura politica complessa utilizzava il termine "società di corte". L'osservazione delle novità che in questi giorni stanno cambiando di fatto la struttura del Consiglio Comunale di Catania, sembrerebbero talmente rilevanti da portare ad un movimento di scollamento sempre più insanabile tra il sovrano, Enzo Bianco, trincerato dal potere della sua corte (la Giunta), ed un Consiglio sempre meno rappresentato. Come abbiamo sottolineato in due precedenti articoli noi di SUD Press, il paventato rimpasto di cui si parlava il mese scorso è stato praticamente bloccato da un'azione d'imperio del nostro sindaco, il quale, ascoltando poco le nuove esigenze dei gruppi consiliari ha nominato Angelo Villari, ex segretario della CGIL, come nuovo Assessore al Welfare. Il gesto ha sollevato non pochi malumori all'interno del suo partito, il PD, proprio per l'aver privilegiato un ambiente che di norma non dovrebbe essere all'interno dei giochi politici, ovvero quello del sindacato; secondo alcuni, le diverse anime del partito non sarebbero state neanche interpellate, dimostrando lo spazio residuale nel quale il sindaco sembra aver relegato il partito dei Democratici. Ma analizzando un attimo da vicino i singoli assessori che compongono la Giunta, possiamo capire meglio la crisi di rappresentatività che investe l'amministrazione. Oltre ad Angelo Villari, unica vera e propria espressione della CGIL, il PD può contare su Saro D'Agata, vicino all'Onorevole Burtone, il cui unico consigliere di riferimento sarebbe, almeno in teoria, Lanfranco Zappalà. Gli altri consiglieri del PD, Niccolò Notarbartolo e Nino Vullo, sono infatti totalmente distanti dalla giunta, essendo il primo vicino a Giuseppe Berretta ed il secondo abbastanza indipendente. Ed il PD, come sappiamo, finisce qui la sua quota diretta. I restanti assessori sono infatti o espressione della volontà del sindaco Bianco, o appartenenti ad altre formazioni politiche. Partendo dai "bianchisti" duri e puri è impossibile non citare Giuseppe Girlando, assessore al Bilancio ed Orazio Licandro, entrambi sprovvisti totalmente di rappresentanza in consiglio. Ultima arrivata nel gruppo dei "bianchisti tout court" è Valentina Scialfa, già in quota UDC, praticamente abbandonata dopo le ultime dichiarazione di Nicola D'Agostino e l'esclusione dall'esperienza di Catania Futura. Scorrendo nella lista troviamo, l'avvocato assessore Angela Mazzola, partito di riferimento Articolo 4, oggi sempre più vicina ai due onorevoli Sammartino e Sudano. Mazzola oggi è l'unica che può contare su un folto gruppo di consiglieri, ben 7, dopo i nuovi arrivi nel suo partito. Rimangono, dulcis in fundo, Luigi Bosco ed il vicesindaco Marco Consoli, entrambi nel "Megafono", gruppo oggi sempre più debole all'interno del Consiglio. Della scissione di Articolo 4, Sicilia Democratica, potrebbe essere unica espressione Salvo Di Salvo, anche se molti dubitano della reale vicinanza con Lino Leanza. Ultimo dato di fatto l'indebolimento della lista Bianco per Catania, composta originariamente da 12 consiglieri ed oggi ridotta a 9 dopo l'addio al gruppo di Nuccio Lombardo, Giuseppe Catalano e Salvo Spadaro. Cosa resterà di questo governo cittadino ancora è presto per stabilirlo, di certo i nuovi gruppi consiliari presenti, nonostante le dichiarazioni assolutamente pacifiche, scombussolano gli equilibri e pretendono, giustamente, ascolto da parte del primo cittadino.