L'emergenza sta mettendo in ginocchio numerosi comuni dell'Isola che contestano duramente l'ordinanza del governo regionale che ha ridotto la quantità giornaliera di conferimento massima prevista. Il M5S accusa il governo Renzi di inerzia: "Di fronte all'emergenza, solo un monitoraggio" Per le strade della Sicilia ci sono 4 mila tonnellate di rifiuti, immondizia accumulata per via dell'emergenza che sta mettendo in ginocchio numerosi comuni dell'Isola. I sindaci contestano duramente l'ordinanza del governo regionale che ha ridotto la quantità giornaliera di conferimento massima prevista. A fornire il dato è Sergio Marino, presidente della Rap, l'azienda per la raccolta dei rifiuti a Palermo dopo un vertice a Palazzo d'Orleans, sede della Presidenza della Regione, per fare il punto sull'emergenza. Dalla prossima settimana dovrebbe essere operativa una stazione di trasferenza nell'area di Bellolampo, a Palermo, per la raccolta dei rifiuti scaricati dagli auto-compattatori provenienti anche dagli altri comuni dell'area metropolitana, che al momento sono costretti a mettersi in fila nella strada che sale fino alla discarica con lunghe attese che provocano perdite di tempo e costi aggiuntivi. Nel catanese, particolarmente pesante la situazione ad Acireale. L'assessorato alla Programmazione Urbanistica e alle Politiche Ambientali stima che siano 250/270 le tonnellate di rifiuti accumulati e non raccolti nel territorio comunale acese, a causa decisione della Regione di ridurre la quantità di rifiuti prodotti da conferire in discarica. Le vibranti proteste del sindaco Roberto Barbagallo hanno sortito un primo effetto. Con un'ordinanza il governo regionale ha ripristinato la quantità giornaliera di conferimento massima prevista. E così da domani, il Comune potrà nuovamente conferire in discarica 88 tonnellate di rifiuti. “Abbiamo informato l’Assessorato della condizione di emergenza del nostro Comune – spiega l’assessore all’Ambiente Francesco Fichera – C’è un picco giornaliero di produzione di rifiuti di circa 90 tonnellate, produzione che ad agosto può essere addirittura superata. Nelle scorse settimana non abbiamo avuto la possibilità di conferire la quantità prodotta giornalmente, le pesate che ho verificato si sono fermate alle 70 tonnellate”. Nei giorni scorsi, anche il sindaco di Giardini Naxos, Pancrazio Lo Turco, aveva alzato la voce per la enorme quantità di rifiuti non raccolti che invadono le strade della nota località turistica a due passi da Taormina. “Presto dovrò chiedere agli albergatori di chiudere le loro strutture. Così non possiamo andare avanti”, ha minacciato Lo Turco. Tonnellate di immondizia non raccolta anche a Marsala, Carini, Racalmuto e Messina. Nella città dello Stretto, l'ordinanza della Regione fissa in 20 tonnellate al giorno la quantità giornaliera massima di conferimento. Nel messinese, si segnalano gravi difficoltà anche a Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo. Protestano anche i sindaci di Siracusa e Noto. Il primo cittadino della capoluogo aretuseo, Giancarlo Garozzo, non riesce più a fronteggiare l'emergenza, resa ancora più grave dall'aumento della popolazione nelle località turistiche. "Abbiamo fatto salti mortali finora – spiega Garozzo – ma adesso le periferie stanno scoppiando”. M5S: DAL GOVERNO RENZI SOLO UN MONITORAGGIO - Il MoVimento 5 Stelle non molla la presa e prende di mira il governo centrale. "Una regione in ginocchio per l'emergenza rifiuti. Soggetta a procedura di infrazione. Senza un piano rifiuti. La regione Sicilia sta soccombendo e il governo che fa? Monitora. È questa la sconvolgente risposta ottenuta oggi in un question time che ha cercato di accendere un faro su una situazione ormai insostenibile”. È il commento della deputata M5S in Commissione Ambiente Claudia Mannino che ha presentato oggi un question time alla Camera al ministro per gli Affari regionali Enrico Costa. “Il ministero ci ha detto che sta monitorando, ma non basta. Noi siamo contrari al commissariamento – ha aggiunto Mannino - ma è evidente che il governo debba intervenire e che lo debba fare anche perché l'amministrazione regionale è del tutto incapace ad affrontare in tempi certi la situazione. Visti i fantomatici cronoprogramma della Regione (avallati dal governo centrale) e puntualmente disattesi, il ministro ha a nostro avviso responsabilità diretta sulla attuale situazione regionale”. Tra l'altro il decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 25 febbraio 2016 prevede che il ministero degli Affari regionali promuova iniziative nell'ambito dei rapporti tra Stato e sistema delle autonomie ed esercizio coordinato e coerente dei poteri e rimedi previsti in caso di inerzia o di inadempienza, sottolinea la deputata pentastellata. “È il caso della regione Sicilia. Da mesi. E cosa fa il governo? Ci risponde che sta monitorando. È assurdo. Valuteremo ulteriori azioni anche giuridiche”, ha concluso la parlamentare Cinquestelle.