Il mensile delle persone senza fissa dimora, che sostiene La Locanda del Samaritano, rilancia la proposta all'indomani delle dichiarazioni rilasciate a Sud dall’assessore comunale al Welfare Angelo Villari “Se è lui a non voler andare via dal marciapiede non c’è nulla da fare. Ci permetta assessore, con tutto il rispetto di dissentire da questa sua affermazione che ci sembra alquanto superficiale. Vogliamo porle una sola domanda: quali alternative avete dato a questa persona, oltre il dormitorio?”. E’ quanto scrive in una nota la redazione di Telestrada press in merito alle dichiarazioni rilasciate a Sud dall’assessore comunale al Welfare Angelo Villari sull’emergenza abitativa a Catania e, in particolare, sulla situazione al viale Rapisardi dove, a quanto denunciato dal consigliere Carmelo Sofia, intere famiglie rimaste senza alloggio vivrebbero e dormirebbero in auto. “L’emergenza abitativa c’è – aveva detto l’assessore - non possiamo prenderci in giro e noi stiamo cercando di contrastare povertà e disagio abitativo. Ma al Viale Mario Rapisardi c’è un solo senzatetto che dorme per strada e non intere famiglie- sostiene- Abbiamo tra l’altro cercato in tutti i modi di toglierlo da lì, ma non vuole essere aiutato. E’ stato anche portato in ospedale, perchè non è in ottima salute, ed è poi stato lasciato libero. Abbiamo cercato di convincerlo ma non c’è stato nulla da fare”. “Tutti noi sappiamo bene – si legge ancora nella nota di Telestrada press - che le persone che vivono in strada spesso non vogliono entrare nei dormitori e a volte neanche possono essere accolte a causa dei disagi psichiatrici che la vita di strada spesso si porta dietro o perché affette da alcolismo; quale è stata la proposta fatta all’unico (secondo quanto sostiene lei) senza dimora che dorme al Viale Mario Rapisardi? E quale a tutti gli altri che dormono sparsi in ogni angolo della nostra città? Quale sarebbe il progetto dell’Amministrazione Comunale di questa città per chi al dormitorio non può andare? Quali prospettive, quali azioni ha pensato per loro?”. “Noi sappiamo bene che nessuno sceglie consapevolmente di vivere per strada, se alcuni non sono più capaci di accettare il nostro aiuto vuol dire che dobbiamo cambiare strategia, dobbiamo cambiare approccio, dobbiamo cambiare proposta. Noi di TeleStrada, da tempo abbiamo sollecitato l’Amministrazione Comunale, a considerare l’idea di una nuova filosofia dell’accoglienza che vada oltre il circolo vizioso dormitorio/mensa che evidentemente non va bene per tutti. Questo nuovo tipo di approccio, chiamato Housing First, è basato su principi che ribaltano completamente il tradizionale percorso a scalini (staircase), evidentemente insufficiente a rispondere alla complessità dell’Homelessness, anche perché basato su regole standard troppo rigide (one size fit) fanno riferimento alla necessità di fornire innanzitutto alla persona una risposta personale al disagio, che risponda al suo reale bisogno e l’accesso immediato alla casa, come dimensione personale dell’abitare”. Telestrada press sottolinea ancora che “molti studi nel corso degli ultimi vent’anni hanno dimostrato gli effetti positivi del modello HF a diversi livelli. L’80% delle persone riesce a mantenere la casa a due anni dall’inserimento del programma di housing first. La riduzione dell’uso di droga o alcol è alta tra le persone che rimangono supportate dal programma. La disponibilità di una casa propria incide positivamente sul benessere psico fisico della persona riducendo le spese per cure mediche e medicinali. L’effetto “inclusione sociale” è migliorato dalle opportunità che la casa, come luogo di cura di sé, di identità e di appartenenza ad una comunità, offre alla persona in housing first. Inoltre, l’approccio HF riduce l’utilizzo di posti letto nei dormitori, ostelli e l’ingresso in pronto soccorso (rappresentando un risparmio del 50% dei costi per l’amministrazione e la sanità pubblica). Infine si abbassa la probabilità di delinquere ed essere arrestati (rappresentando così un risparmio anche per il contribuente)”, conclude la testata giornalistica che destina una parte del ricavato della vendita delle copie del periodico al sostegno della Locanda del Samaritano, la casa di accoglienza che ospita 85 persone senza dimora.