L’istituzione del Parco Letterario del Verismo da parte della Regione Siciliana è stata accolta con entusiasmo per la sua missione di valorizzare i luoghi legati al movimento letterario verista, testualmente “un nuovo strumento per la promozione e valorizzazione del patrimonio culturale dei luoghi che hanno dato i natali e l'ambientazione agli autori e alle opere del movimento letterario, come Giovanni Verga e Luigi Capuana”.
Il parco coinvolge, almeno in questa prima battuta, i comuni del Calatino: Vizzini, Mineo e Licodia Eubea, che rappresentano una parte significativa del panorama culturale legato al Verismo.
Tuttavia, non sono mancate le polemiche riguardanti l'esclusione di due località fondamentali: Aci Castello e Catania, luoghi che hanno ospitato e ispirato alcuni dei capolavori più celebri di Giovanni Verga, tra cui I Malavoglia, ambientato nello storico borgo marinaro di Aci Trezza.
L’iniziativa e le sue finalità
Il progetto del Parco del Verismo, promosso dall’Assessorato agli Enti Locali, mira a celebrare e tutelare il patrimonio culturale dei luoghi in cui si è sviluppato il Verismo.
Secondo l’assessore regionale Andrea Messina, questa iniziativa rappresenta un "nuovo strumento per la promozione e valorizzazione del patrimonio culturale" legato a Giovanni Verga e Luigi Capuana.
Le rimostranze per l'esclusione di Aci Castello e Catania
La scelta di escludere dal progetto i comuni di Aci Castello e Catania ha suscitato perplessità e critiche da parte di studiosi e amministratori locali.
Tra le voci più autorevoli, si segnalano quelle di Dora Marchese, scrittrice e docente, e Giusi Agosta, assessore del Comune di Aci Castello.
Le due personalità hanno evidenziato come questa esclusione rappresenti una grave lacuna nella rappresentazione storica e culturale del Verismo.
In una nota diffusa congiuntamente ieri, affermano: “L'idea, di per sé non nuova, non può non suscitare perplessità anche nei meno esperti frequentatori della letteratura e della cultura, iniziando dagli studenti di ogni ordine e grado, sino ad arrivare agli studiosi italiani, europei ed extraeuropei, che hanno da poco celebrato in tutto il mondo il centenario della morte di Giovanni Verga.”
E ancora: "La domanda è unanime: d'accordo Vizzini, Mineo e Licodia. Ma dove sono Catania e il suo hinterland? In primis Aci Trezza e Aci Castello, i comuni etnei di Viagrande, Nicolosi, Trecastagni (con il monte Ilice); e ancora Bronte, il biviere di Lentini, Caltagirone e altri luoghi in cui sono stati ambientati testi capitali, imprescindibili per la letteratura verista.
Verga e Capuana hanno vissuto, scritto e operato a Catania che è stata, insieme ai comuni dell'odierna città metropolitana, essenziale alveo culturale per i nostri autori.
Pleonastico ricordare i verghiani I Malavoglia, Le storie del castello di Trezza, Storia di una capinera, I galantuomini, Libertà, Rosso Malpelo, Nedda, solo per citare i principali. O l'attività di docente universitario di Capuana e la sua produzione per il teatro del belpassese Nino Martoglio, portato sui palcoscenici di tutto il mondo da attori del calibro di Grasso e Musco. Per non parlare poi degli stretti rapporti con Federico De Roberto, catanese d'adozione, ed altri insigni scrittori, editori, giornalisti, ecc.
L'elenco sarebbe lungo anche senza addentrarsi nella settima arte che al verismo ha guardato con attenzione, avendo ambientato splendidi film come La terra trema di Luchino Visconti e Storia di una capinera di Franco Zeffirelli proprio ad Aci Trezza e Catania."
"L'interrogativo resta. - si chiedono Marchese ed Agosta - Che senso ha realizzare un Parco letterario del Verismo che escluda Catania e dintorni?
Se i comuni del calatino coinvolti (Vizzini, Mineo e Licodia) possono rappresentare l'aspetto "campestre" della produzione di Verga, mancano le fondamentali componenti "marinara" (Aci Trezza e Aci Castello) e "cittadina" (Catania e i paesi etnei). Lo stesso dicasi per Capuana che lasciò una profonda impronta nella città etnea come dimostrato, tra l'altro, dal suo 70esimo giubileo letterario che vide intervenire le principali personalità della cultura europea."
“Il nostro auspicio - concludono, e ci sentiamo di associarci - è che l'ARS possa al più presto rivedere questo progetto, rendendolo più inclusivo e organico nel rispetto della verità storica e letteraria. Diversamente, si rischia di scrivere la storia di un libro in cui mancano i capitoli fondamentali”.