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Nuova tegola di Bruxelles sull'Italia per "colpa" della Sicilia: sotto torchio la mancanza di depuratori. E Ca

14-12-2016 06:57

Stefania Baudo

Cronaca, sicilia catania, UE, segretario generale, sbarchi clandestini, maresciallo salvo mirarchi, sambuca di sicilia, parcometri, inceneritore,

Nuova tegola di Bruxelles sull'Italia per "colpa" della Sicilia: sotto torchio la mancanza di depuratori. E Catania?

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Chiesta la condanna da parte della Commissione Europea nei confronti dell'Italia per l'assenza di adeguata gestione delle acque reflue, ma la situazione peggiore riguarda la nostra isola. E cosa succede a Catania?



Ennesima richiesta di condanna da parte dell'Europa per il nostro paese: la Commissione europea, infatti, ha deferito l'Italia davanti alla Corte di giustizia dell'Ue relativamente alla questione delle acque reflue. In particolare, ad essere sotto attacco sarebbe il fatto che non si riesca a garantire l'adeguata raccolta e il conseguente trattamento delle acque reflue urbane in 80 agglomerati del Paese, con conseguente pericolo sia per l'ambiente che per la salute dell'uomo. La sanzione richiesta è pari a 62 milioni di euro, più una eventuale ammenda giornaliera di 346 mila euro qualora non si provveda a rendere conforme la situazione al diritto dell'UE entro la data in cui verrà emessa la sentenza da parte della Corte di Giustizia.



Non è la prima volta che l'Italia finisce sotto l'attenzione dell'UE: già nel 2012 la Corte aveva condannato il nostro paese sempre per l'assenza di adeguata gestione delle acque reflue urbane e ad essere interessati erano stati 109 tra insediamenti, centri urbani e città. Oggi sono trascorsi quattro anni, ma il problema rimane irrisolto in 80 agglomerati che interessano varie regioni italiane.



E' il sud ad essere maggiormente coinvolto dal problema e lo dimostrano i numeri: in Calabria si registrano 13 agglomerati in cui manca adeguata gestione delle acque reflue, in Campania 7, in Puglia 3. Ma il record negativo lo detiene la Sicilia con ben 51 agglomerati che vanno da Misterbianco, a Palermo e fino ad arrivare a Catania.  E' evidente, pertanto, come lo Stato si rivarrà sull'isola per adempiere alle eventuali sanzioni.



Intanto è stata nominata commissario straordinario per la depurazione l'assessore Vania Contraffatto, con l'obiettivo di dare avvio a procedure ferme da anni e recuperare i ritardi: viene bandita, infatti, circa una gara a settimana e ciò "fa comprendere il disastroso stato degli interventi" che è stato ereditato". Ma non è certo il momento di cercare responsabilità, quanto piuttosto di continuare a lavorare perché in futuro il problema venga risolto, come è stato riconosciuto dallo stesso assessore.


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Inevitabile, a questo punto, chiedersi in che situazione versi la città di Catania in materia di acque reflue. L'opera cardine, al riguardo, è il cosiddetto canale di gronda Ovest, i cui lavori sono stati inseriti dall'ormai ex governo Renzi nel programma #Italiasicura, nell'ambito di interventi miranti a prevenire il fenomeno del dissesto idrogeologico.



 



La cifra destinata alla realizzazione di tali lavori è pari a 50 milioni di euro, che dovrebbero servire per completare il collettore pluviale b, conosciuto meglio come canale di gronda Ovest. Purtroppo, come spesso accade in Italia, l'opera ha visto la luce molto tempo addietro, precisamente negli anni '90, ma la ditta che era stata incaricata è fallita e i lavori sono rimasti incompiuti.



La funzione del collettore è certamente fondamentale per la città di Catania, che si trova ad essere una delle aree a più alto rischio inondazioni: consentirebbe di tenere al riparo da tali fenomeni non solo il capoluogo catanese, ma anche i comuni vicini come Misterbianco, per fare un esempio.



Occorre precisare come il completamento del collettore b rappresenti il necessario passaggio propedeutico alla sistemazione dell'impianto di depurazione: infatti, le acque reflue vengono fatte confluire prima nei collettori e successivamente in dei canali intermedi, per poi giungere nell'impianto di depurazione di Pantano d'Arci. Affinché tale opera funzioni in modo pienamente efficace è, evidentemente, necessario che venga completato il canale di gronda Ovest. 


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Secondo i dati forniti dall'assessore ai Lavori pubblici del comune di Catania, Luigi Bosco, l'opera di cui ci stiamo occupando ha una estensione di oltre duemila e 500 ettari e "coinvolge 115mila persone esposte direttamente al rischio del dissesto idrogeologico, oltre che 200mila persone che potrebbero pagarne le conseguenze indirettamente". Tali numeri confermano, se mai ce ne fosse bisogno, quanto siano elevati i benefici che procurerebbe la realizzazione di questa importante infrastruttura.



Ma quali potrebbero essere i tempi necessari al completamente dell'opera? L'assessore Bosco ha evidenziato come il progetto sia esecutivo, ma la tempistica dipenda dalla procedura relativa alla gara d'appalto. Quel che è certo è la necessità di "completare tutto entro tre anni dall'avvio dei lavori" e che, "allo stato attuale stiamo procedendo all'incarico di valutazione d'impatto ambientale".



Ad occuparsi della gestione dell'appalto sarà l'ente comunale stesso, in virtù della competenza in materia che gli appartiene. E quale sarà il ruolo che spetterà alla Sidra Spa, società a capitale interamente detenuto dal capoluogo etneo che gestisce il Servizio Idrico Integrato all'interno dell'area metropolitana di Catania e in alcuni comuni confinanti (come S. Agata Li Battiati, S. Giovanni La Punta, Tremestieri Etneo, Gravina, S. Gregorio, Misterbianco)? Possiamo ritenere che la società in questione entrerà maggiormente in gioco nel momento in cui sarà dato avvio al completamento dell'impianto di depurazione.



Proprio in relazione a tale impianto occorre, purtroppo, evidenziare come ad oggi non tutte le zone sono allacciate alla rete esistente. L'assessore ai Lavori pubblici ha, infatti, precisato come "alla rete nera sono collegate parte del centro storico, il quartiere di Santa Maria Goretti e Librino. Alla rete pluviale, invece, buona parte del Nord di Catania, parte del centro storico e la zona a Sud dei torrenti".



La necessità di dare velocemente avvio ai lavori di completamento del canale di gronda è stata ribadita dall'amministrazione Bianco anche nel corso di una riunione che si è svolta qualche giorno fa a Palazzo degli elefanti, in seguito alle forti piogge che hanno colpito Catania e l'hinterland di riferimento la scorsa settimana.


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