Mentre le cronache nazionali sono impegnate in storie assurde come la vicenda della Sea Watch, formidabile operazione di distrazione di massa, la politica segue il suo corso in vista di appuntamenti essenziali che cominciamo a scandagliare con uno sguardo, come sempre, alle ricadute immediate sul nostro territorio. La formazione erede della destra "storica" guidata da Giorgia Meloni si gioca le sue carte rimettendo in campo il leader catanese Manlio Messina che alle scorse elezioni si vide strappato il seggio parlamentare che per uno strano calcolo toccò ad altra provincia pur avendo preso più voti. Come accaduto lo scorso 4 marzo con l'avvio di una nuova stagione politica che ha investito il paese mandando al governo forze sin ad allora minoritarie e persino antagoniste, il prossimo giugno è molto probabile che cambi la storia d'Europa: un appuntamento interessante, comunque vada. Ed interessante non può che essere provare a seguire con quali strategie si muovono le varie segreterie, con attenzione soprattutto alle donne e uomini cui affidano la loro rappresentanza, perché al di là dei principi espressi, sono questi che poi dovranno portare qualche risultato. E cominciamo dalle formazioni meno complesse da decifrare, proprio per la loro natura di partiti minoritari in cerca spazi di rappresentanza sociale alternativi al mainstream. Se a livello nazionale Fratelli d'Italia mantiene un suo ruolo di opposizione al governo pur con soventi puntate di sostegno, soprattutto sui temi dell'immigrazione e sicurezza, a livello locale, comunale e regionale, ha ruoli di rilievo nelle varie amministrazioni di centro destra corrispondenti al consenso che riesce ad ottenere sul territorio tradizionalmente vicino a certe istanze anche ideologiche. A Catania è rappresentato nella giunta Pogliese dall'assessore al commercio Ludovico Balsamo che sta provando, in momento non certo semplice, a mettere ordine nella giungla dell'abusivismo cronico: ancora è presto, vedremo e buon lavoro. In Regione con l'avvento del primo governo Musumeci ha deciso di far assegnare una delle deleghe più belle e importanti, Turismo Sport e Spettacolo, al militare di carriera Sandro Pappalardo che non abbiamo ben capito cos'abbia concluso in ciascuno dei rami affidati, anzi siamo abbastanza certi di poter dire, ascoltando parecchi operatori dei vari settori, che i risultati sono proprio scarsi: peccato. Nel campo dello Sport nessun evento di rilievo e l'impiantistica è quella che è; per lo Spettacolo altrettanto, teatri distrutti, zero eventi e l'incapacità di portare a termine persino i bandi per assegnare le date; il Turismo cammina per i fatti propri approfittando di una congiuntura favorevole ma senza nessuna programmazione: un disastro. In questa fase è chiaro che per una formazione come Fratelli d'Italia i prossimi appuntamenti rappresentano una carta per la propria sopravvivenza, un errore potrebbe risultare fatale. In un quadro simile diventa interessante, in particolare per noi che ci occupiamo di quello che ci accade intorno, se ci sono leadership capaci di emergere e dare un contributo pratico al disastro ereditato. A Catania il personaggio più noto di Fratelli d'Italia è certamente Manlio Messina. Apparentemente inabissato dopo l'esperienza della candidatura alla Camera, si è in realtà occupato del coordinamento regionale del partito lavorando silenziosamente alla costruzione della struttura che adesso dovrà impegnarsi nei prossimi appuntamenti elettorali. Messina è stato uno dei protagonisti più impegnati nella scorsa consiliatura nell'opposizione alla giunta Bianco, rendendosi protagonista di clamorose denunce, basti pensare alla vicenda della distrazione dei 42 milioni di euro dalla vecchia AMT o a quella che ha portato l'ex assessore Girlando a processo per tentata concussione. Bisogna ammettere che, con i colleghi di altre aree Sebastiano Arcidiacono e Nicolò Notarbartolo (di tutti e tre si sente la mancanza in consiglio comunale), è riuscito a tenere testa per tutti e cinque anni ai pasticci dell'amministrazione Bianco, contribuendo in maniera importante a quella narrazione che ne ha determinato la sconfitta elettorale. Adesso bisogna attendere ancora qualche giorno per capire cosa sceglierà Fratelli d'Italia, se impegnarlo come front men per le europee o piuttosto spenderlo più concretamente in un ruolo di governo regionale approfittando delle energie che sarebbe capace di mettere in campo essendo un grande conoscitore del territorio. Di certo, per quanto prestigioso, il ruolo europeo è decisamente molto meno operativo di quello regionale ed è molto probabile che il presidente Musumeci avverta l'esigenza di una accelerazione di alcuni dossier importanti che potrebbero cambiare la percezione dell'azione di governo che pare troppo ingessata per essere apprezzata. Tra le opzioni in campo per una staffetta al Turismo, Sport e Spettacolo potrebbe rappresentare una buona occasione per dare slancio ad un settore strategico che non può più essere gestito come negli ultimi decenni: speriamo bene. Finché c'è, e noi la aboliremmo (ne parleremo), la Regione è una cosa seria con competenze troppo importanti, è necessario assegnare ruoli a gente che chiacchieri meno e concluda di più.