"Eppur si muove...", nella fase probabilmente più delicata e decisiva dell'antico ateneo catanese cominciano ad accadere piccoli episodi che, saputi leggere, aprono qualche spiraglio. La notizia principale, quella "apparente" è che è stato eletto il nuovo Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, il prof. Salvatore Zappalà. Ma quelle più gustose sono le notizie a latere che, come sempre, vi raccontiamo... Stavolta, almeno stavolta ed a differenza di quanto accaduto in altri dipartimenti ( e Centri di Ricerca) rimasti scoperti a seguito della decapitazione giudiziaria di "Università Bandita", le premesse per una vera "discontinuità" con le precedenti gestioni ci sono tutte: seguiremo con attenzione. Dopo la conferma della sua interdizione da parte del Tribunale del Riesame, il precedente direttore Roberto Pennisi si era dimesso aprendo la strada a nuove elezioni. In quell'occasione si dovette assistere all'inaudito oltraggio alla magistratura catanese del Decano Vincenzo Di Cataldo che ritenne opportuno ringraziare pubblicamente per i "servizi resi" il finalmente dimissionario Pennisi. Per l'incarico di direttore sino al 2024 a scendere in lizza due candidati, Giovanni Di Rosa e Salvatore Zappalà. Giovanni Di Rosa, esponente di punta dell'amministrazione Pignataro, la peggiore di tutti i tempi e di cui fu a lungo delegato per gli appalti (Edilizia, Patrimonio e Contratti per l'esattezza), rappresentava direttamente il gruppo che fa riferimento al Decano Vincenzo Di Cataldo, in perfetta continuità con il recente passato parecchio "illuminato" da Digos e magistrati. A rompere le uova nel paniere il prof. Salvatore Zappalà, con un profilo decisamente più internazionale ed un curriculum di tutto rispetto che riportiamo in calce con le sue dichiarazioni a caldo diffuse dall'ufficio stampa dell'università. Al primo turno di votazioni non si è raggiunto il quorum non avendo nessuno dei due candidati ottenuto i 40 voti necessari. Al secondo turno, invece ed inaspettatamente, è accaduto l'impensabile. I votanti del dipartimento di Giurisprudenza sono appena 78 ed è quindi facile, per chi conosce il ristretto ambiente, conoscere in anticipo l'orientamento di ciascuno. A 30 minuti dalla fine delle votazioni sembrava agli addetti ai lavori che anche in questa occasione il quorum della "maggioranza più uno" degli aventi diritto non si sarebbe raggiunto, aprendo la strada alla sempre più probabile elezione di Di Rosa dopo la terza in cui sarebbe bastata la maggioranza dei votanti. Ma ecco che si vedono giungere al seggio alcuni dei docenti notoriamente avversi al sistema di potere uscente e che per sdegno hanno spesso disertato le votazioni universitarie, anzi avversandole persino in campali battaglie giudiziarie alcune ancora in corso. Le facce tra alcuni pare si siano fatte scurissime. Ed ecco il coup de théâtre: a soli 20 minuti dalla chiusura del seggio entra in aula l'ultimo votante, Lucio Maggio, l'ex direttore generale del'Università di Catania alfiere principale della guerra al "Sistema Pignataro". É sua infatti l'ultima scheda imbucata e sarà il quarantesimo voto che consentirà al prof. Salvatore Zappalà di sconfiggere, contro ogni previsione, il sistema di potere uscente assegnandosi adesso un'enorme responsabilità. Insomma, una banale elezione di dipartimento universitario diventa la potenziale "madre di tutte le discontinuità" per un'Ateneo il cui rilancio, vero e coraggioso, è essenziale per tutta la comunità. Un segnale importante, non a caso proveniente dalla cerchia dei giuristi, e che potrebbe infondere ulteriore slancio ai piani più alti dell'Ateneo che deve assolutamente tornare glorioso. I nostri migliori auguri al Direttore Zappalà sperando che stavolta si cambi: davvero.
Ed ecco il comunicato ufficiale dell'Ateneo: Il prof. è stato eletto direttore del dipartimento di Giurisprudenza per lo scorcio dell’anno accademico 2019-2020 e per il quadriennio 2020-2024. Il docente – ordinario di Diritto internazionale e Diritto dell'Unione Europea – ha ottenuto 40 preferenze superando, nella seconda votazione, l’altro candidato in lizza, il prof. Giovanni Di Rosa. « – ha spiegato il neo-direttore che dal 2010 al 2018 ha rivestito il ruolo di consigliere giuridico della Rappresentanza permanente d'Italia alle Nazioni Unite a New York e rappresentante del Governo italiano nella commissione Affari giuridici dell’Assemblea generale dell’Onu -. ». ha aggiunto il prof. Zappalà che ha insegnato anche negli atenei di Pisa e Firenze e che dal 2011 è direttore della rivista Journal of International Criminal Justice (pubblicata da Oxford University Press), mentre dal 2012 condirettore della collana “Oxford Monographs in International Humanitarian and Criminal Law”. – ha aggiunto il neo-direttore che ha anche lavorato al Tribunale delle Nazioni Unite per l'ex Jugoslavia (1995-98) e all'Istituto Universitario Europeo (2003-2006) -. .
Salvatore Angelo Zappalà
La mia elezione è stata frutto di una vivace dinamica democratica piena di significati per il futuro del nostro dipartimento
Sono stato eletto per aprire un percorso di lavoro comune che esalti la creatività di ciascuno di noi. È indispensabile affrontare impegni e scadenze, come tutte le formalità burocratiche con cui ci confrontiamo ogni giorno, con una forte dimensione progettuale. Dobbiamo trovare il coraggio di continuare ad innovare nella tradizione e dovremo fare la nostra parte come dipartimento, e dentro al dipartimento, anche in vista di scadenze pressanti legate all'accreditamento nonché per proseguire nell'attuazione tempestiva delle attività già avviate, anzitutto nel quadro del progetto del Dipartimento d'eccellenza. Ma dobbiamo altresì ricominciare a immaginare il futuro e poi dobbiamo andare fuori dalle mura dell'Ateneo per partecipare agli sforzi per ridare slancio all'Università, alle sue missioni e al suo ruolo nella società
«Non è un mistero che l'Università di Catania e il nostro dipartimento abbiano attraversato un periodo difficile. Difficile per un insieme di fattori, che si inseriscono in uno scenario ben più ampio di crisi, specie per le Università del Sud che a loro volta subiscono la crisi più generale del Mezzogiorno. Ma ci sono anche aspetti più specifici, non ultime le note vicende giudiziarie, che dovremo via via enucleare e dipanare in modo più chiaro e affrontare con schiettezza»
«In particolare, pur non ignorando gli elementi di contesto, come dipartimento di Giurisprudenza, forti della nostra tradizionale dedizione a una ricerca d'eccellenza, dobbiamo trovare il modo di essere attraenti per gli studenti, di continuare a formare giuristi di qualità adeguati al nuovo millennio, rivolgendo attenzione ai problemi posti dalle ‘nuove’ tecnologie e non trascurando una digitalizzazione intelligente, ma anche di aprire o rafforzare spazi ulteriori di formazione, e potenziare e sviluppare meccanismi per dare sostegno all'inserimento nel mondo professionale
Dovremo fare ulteriori sforzi per rimanere collettivamente attore centrale della realtà culturale e sociale in quanto rilevante laboratorio di pensiero. Una visione del futuro condivisa e un piano di azione correlato devono necessariamente venire dal confronto delle idee e dalla sentita partecipazione ad una missione comune, forti delle immense qualità del nostro personale e dalla vivacità dei nostri studenti, che non dobbiamo mai vedere come vasi da riempire di nozioni, ma come fiaccole da accendere di entusiasmo»