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Nuova "PUBBLISERVIZI", lavoratore si licenzia e denuncia: "nessuna organizzazione, stipendi da sussidio e cont

13-03-2024 05:30

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, Focus, Pubbliservizi, Laterale,

Nuova "PUBBLISERVIZI", lavoratore si licenzia e denuncia: "nessuna organizzazione, stipendi da sussidio e contributi in ritardo"

Certo che se si arriva a certe decisioni, la situazione è più grave di quanto provano a far credere.

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È durissima la lettera di dimissioni volontarie protocollata alle 17.25 del 12 marzo da uno dei tanti dipendenti della ex Pubbliservizi che ormai da troppo tempo vivono in una situazione di assoluta precarietà, che in diversi casi risulta insostenibile.

 

Ad assumere la grave decisione di rinunciare ad un posto para-pubblico, che un tempo era considerato pressoché sicuro e garantito, è Massimiliano Rapisarda, 48 anni, un padre di famiglia come tanti, che non ce la fa più, che non può farcela e piuttosto che esaurirsi nell'agonia tenterà qualcosa per uscirne.

 

Nel motivare le sue dimissioni elenca una serie di ragioni che rappresentano una vera e propria denuncia, che chiama a responsabilità non solo chi amministra la Servizi Città Metropolitana di Catania, ma ancor di più chi ne detiene la proprietà ed il relativo dovere di controllo su una gestione che, se sono vere le cose denunciate da tempo da sindacati e lavoratori, fa troppa acqua da tutti i lati.

 

Basta leggere le decine di articoli in calce per rendersi conto di quanto sia incredibile la storia di questa partecipata.

 

Il dipendente Rapisarda denuncia che dall'avvio della nuova partecipata erede della fallita Pubbliservizi, “è privo di un incarico confacente alle mansioni in precedenza svolte”, tradotto si dovrebbe intendere che professionalità formate ed acquisite sono state svilite e perdute.

 

Lamenta la precarietà per l'assenza di figure apicali capaci di dirigere e persino la mancanza di una basilare organizzazione aziendale.

 

Ancora, denuncia l'assenza di direzione tecnica ed amministrativa.

 

Carenze nella direzione generale, assenza di organigramma.

 

Addirittura buste paga ferme a dicembre, con “versamento di contributi mai regolare” ed "uno stipendio che è un sussidio, con acconti che non consentono il mantenimento della famiglia".

 

Sono contestazioni pesantissime, che dovrebbero portare a ben altri interventi istituzionali, piuttosto che lasciar soli i lavoratori di fronte alla necessità di scelte estreme.

 

In tutto questo non è ancora chiaro se in effetti sussiste la sostenibilità aziendale ed a tutt'oggi non si hanno notizie del bilancio aziendale, che forse rischia di risultare insostenibile persino con il contributo straordinario erogato dalla regione di 1 milione di euro ed il pagamento da parte della Città Metropolitana di lavori che in realtà vengono affidati all'esterno.

 

Chissa dove pensano di arrivare. 

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In bocca al lupo.


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