La novità è che l'assemblea dei soci, cioè il sindaco metropolitano Salvo Pogliese che controlla la Pubbliservizi, ha deciso che i consulenti che dovranno redigere l'ormai famigerato "concordato preventivo" che il Tribunale Fallimentare di Catania attende ormai da un biennio, saranno scelti attraverso un avviso pubblico.
Potrebbe essere una buona notizia se fosse una procedura consueta, mentre in realtà si tratta di una scelta che ogni ente pubblico o para pubblico adotta a convenienza: a volte sono incarichi fiduciari, e quindi affidati direttamente, a volte si arriva alla selezione pubblica, magari perché non c'è accordo sui nomi. E può capitare, nulla di particolarmente grave, se non fosse che in questo caso si è perso troppo tempo e ci sono di mezzo 360 lavoratori.
Ma la cosa più strana è che viene fissato una sorta di paletto per quanto riguarda il compenso, in genere stabilito in base a tariffario pubblico, da riconoscere ai professionisti che dovranno assumere l'impegnativo incarico, che pare sia inferiore a quanto recentemente assegnato dallo stesso sindaco metropolitano a suoi "esperti" gravanti su bilancio della Città Metropolitana di Catania, vicenda già denunciata dai lavoratori che durante il precedente sit in si passavano tra le mani le due delibere dei consulenti.
In pratica, chi dovrà studiare e redigere un concordato fallimentare del valore di diversi milioni di euro, con notevole complessità e finalizzato a salvare un azienda pubblica che svolge servizi essenziali per 58 comuni e dà lavoro a 360 famiglie, si dovrà vedere comparato il proprio impegno ad "esperti" che si occupano di "consigliare" il sindaco metropolitano, non si sa con quali risultati, nel campo dello "sport" o dei "rapporti istituzionali", e che per tali consulenze percepiscono, ciascuno, 32.500 euro l'anno. Parametri molto naif, tutti catanesi.
Ma in realtà non è solo questa la stranezza: Il sindaco metropolitano ha infatti deciso di procedere a questo avviso pubblico per selezionare gli specialisti da incaricare, che poi dovranno poi essere scelti dal CdA, individuando un budget di spesa riferendolo esplicitamente ad atti dei precedenti amministratori Bentivegna e D'Urso, atti che però non si trovano da nessuna parte e pare non siano mai stati formalizzati, con ciò aprendo altri inquietanti scenari in un quadro che invece di scharirsi diventa sempre più nebuloso ad ogni passaggio.
Parrebbe infatti che a questo benedetto concordato avrebbe lavorato un precedente professionista del cui incarico non c'è alcuna traccia agli atti della partecipata e quindi non si capisce a che titolo avrebbe avuto accesso a dati sensibili.
Tutto questo nel permanere di una gestione commissariale che dura ormai da anni, affidata al ministero dello Sviluppo Economico all'avv. laziale Maria Virginia Perazzoli e che continua a costare non poco anche solo per rimborsi spese di pranzi, cene e pernottamenti dello staff commissariale.
L'obiettivo dovrebbe essere tornare alla gestione ordinaria, ma la confusione permane ed il tempo, troppo, continua a scorrere, e proprio per questo, come già fatto settimana scorsa, anche stamane sindacati e lavoratori si sono riuniti in sit in presso gli uffici della provincia di Catania in per sollecitare una soluzione che ancora una volta viene rinviata con questa trovata del bando pubblico che arriva inspiegabilmente a distanza di mesi da quando si è posto il problema.
Ai nostri microfoni sono intervenuti i sindacalisti Giovanni Zucchero (CISL) e Uccio Lauricella (UIL). Queste le loro parole:
“L’incontro di oggi deve far sì di mettere la parola fine alla nomina dei consulenti i quali si sono passati la palla tra loro.” – Dichiara, Giovanni Zucchero ed aggiunge: “Purtroppo non nominando i consulenti, il concordato non va a buon fine. Oggi aspettiamo le risposte e nel caso la situazione non verrà risolta nel migliore dei modi e quindi non verranno definiti i parametri per trasferire il concordato in tribunale e far uscire l’azienda dall’amministrazione straordinaria andremo ad oltranza per far capire in tutti i modi che 350 famiglie non possono rischiare il posto lavoro. La scadenza del tribunale è fissata al 30 Settembre, ma ci auspichiamo che entro il 31 Luglio potremmo avere la predisposizione del concordato da presentare.”
Gli fa eco il segretario dell’ UIL, Uccio Lauricella:
“Aspettiamo che finalmente qualcosa si muova e che si prendono delle decisioni. La Pubbliservizi è un’azienda che non può e non deve fallire, che deve dare continuità ad oltre 350 famiglie che hanno bisogno di lavoro e che lavorano seriamente dando un servizio essenziale a tutta la cittadinanza.
Ci sono tutte le condizioni perché l’azienda vada avanti e sopravviva nel migliore dei modi. Ci vuole solo la volontà politica per far si che questo avvenga.
Siamo fiduciosi e speriamo che finalmente qualcosa si muova. I tempi sono stretti ma, impegnandosi, ci si può riuscire lo stesso.”