L'ultima, ultimissima notizia arriva nel pomeriggio di ieri: si sono insediati gli organi della “nuova Pubbliservizi”.
Si chiama “SERVIZI CITTA’ METROPOLITANA DI CATANIA”, acronimo SCMC.
Dal commissario della Città Metropolitana Pietro Mattei sono stati nominati l'avvocato puntese Mario Balsamo quale amministratore unico e per il collegio dei revisori i dottori commercialisti Tito Giuffrida presidente, Francesco Coco e Alessandro Lo Giudice.
Abbiamo già espresso in precedenti articoli le nostre perplessità sulla legittimità per un ente pubblico di costituire una società con lo stesso oggetto sociale di quella fallita con una bella mole di milioni di debiti ancora in pancia, e ancor di più sulla possibilità di farle assumere direttamente il personale licenziato superando l'obbligo del pubblico concorso.
Ma gli auguri li formuliamo lo stesso sinceramente di cuore: proprio perché gli hanno sin da subito caricato l'enorme responsabilità di trovare il modo, possibilmente legittimo, di assumere in qualche maniera i 330 lavoratori che tra qualche giorno verranno definitivamente licenziati dalla Pubbliservizi che, ancora inspiegabilmente, hanno fatto fallire.
Mentre quindi, con le felicitazioni di tutti, questi nuovi ed incolpevoli neo amministratore e revisori si apprestano a varare la nave che si spera superi il varo, resta sul tappeto quello che è stato combinato con la ormai defunta Pubbliservizi.
Innanzitutto bisognerà capire cosa è effettivamente accaduto nei lunghi quattro anni di commissariamento e per quali ragioni non si è riusciti a compiere quell'azione di risanamento che, leggendo gli ultimi atti compresi quelli del fallimento, sembrava assolutamente fattibile: bastava poco ed è come se qualcuno abbia fatto di tutto per impedirlo.
Nel precedente articolo scrivevamo: "Viene posto anche il problema del mancato addebito delle penali per i servizi non espletati e, ancora più grave se fosse vero, il fatto che i servizi non espletati e pagati in anticipo a Pubbliservizi sarebbero poi affidati a ditte esterne e quindi pagati due volte.
Se fosse così, altro che procure…"
Bene, è effettivamente accaduto questo e anche di più.
Come sappiamo, la Pubbliservizi aveva tra i suoi compiti contrattuali la manutenzione delle scuole.
Ebbene, mentre la facevano fallire per mancanza di ossigeno e liquidità, Città Metropolitana, proprio nella fase più delicata della procedura fallimentare, tra ottobre e novembre 2022, indiceva almeno tre gare per appaltare a ditte esterne proprio servizi di manutenzione nelle scuole e per un valore complessivo di ben 6 milioni euro.
Significativo che per questi servizi la stessa Città Metropolitana ha pagato un canone di molto inferiore a Pubbliservizi: quindi comunque pagando due volte? E allora?
Se qualcuno legge e ci fa capire, gliene saremo grati:
Non meno interessante la vicenda dell'immobile che Città Metropolitana doveva conferire a Pubbliservizi in sede di procedura concordataria per meglio patrimonializzare la società in crisi: di tutte le centinaia di immobili che possiede, i vertici di Città Metropolitana decidono di assegnargliene uno, sito in località Gelso Bianco.
Al Tribunale Fallimentare viene prima indicato, sempre nel novembre 2022, un valore di 780 mila euro, con tanto di perizia giurata che ne conferma l'entità, cifra che veniva considerata bastevole, insieme ad altre condizioni, per ritenere sostenibile la proposta concordataria presentata dal Consiglio di Amministrazione che, detto per inciso, allo stato degli atti pare essere stato l'unico organo che, per quanto privo di poteri effettivi e pesantemente osteggiato, ha tentato sino all'ultimo di salvare la società.
Peccato, e qui la stranezza, che solo alla fine di gennaio, proprio quando si sta per decidere sul fallimento definitivo, spunta una nota della stessa Città Metropolitana che attesta senza mezzi termini che quell'immobile è del tutto abusivo e quindi di valore praticamente zero, con ciò concorrendo alla decisione inevitabilmente infausta del Tribunale Fallimentare.
Insomma, cos'hanno combinato è davvero un mistero.
E allora, rinnovando gli auguri ai nuovi amministratori della nuovissima SCMC e sperando che le nostre perplessità su questa soluzione espresse in precedenti articoli si rivelino infondate, è doveroso capire a che gioco ha giocato qualcuno e quali responsabilità ci sono se il fallimento di Pubbliservizi poteva/doveva essere evitato e non è stato fatto.
È doveroso, soprattutto per i 330 lavoratori già vittime di troppe promesse.
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