Nuovo ennesimo round della saga PUBBLISERVIZI che è fallita, ha cambiato nome in SCMC ma a quanto pare non cambia niente. Anzi.
Ci eravamo lasciati nell'ultima puntata con i sindacati CGIL e CISL che avevano tentato uno sciopero ma lo avevano dovuto revocare dopo essere stati bacchettati dalla Commissione di Garanzia perché non avevano rispettato le procedure di legge: lasciamo stare…
A quel punto i sindacati hanno attivato quanto richiesto dalle norme ed avviato la “procedura di raffreddamento”, che prevede un incontro con il datore di lavoro per valutare margini di rientro della protesta.
La riunione si è svolta il 21 novembre presso la sede aziendale ed i sindacati hanno ribadito le richieste di chiarimenti che erano alla base dello sciopero, anzi usano un'espressione del tipo “nomen omen”: “chiedono all'amministratore la verifica dello stato dell'arte”, e in effetti in questa storia di “arte" ce n'è a vagonate.
L'amministratore Balsamo risponde sui vari punti in maniera che i sindacati ritengono insoddisfacenti le risposte e, riservandosi ulteriori azioni di protesta, dichiarano “chiusa negativamente la procedura di raffreddamento”.
In effetti, tra le risposte dell'amministratore alcune andrebbero approfondite.
Ad esempio con la frase “tutti gli F24 emessi relativamente alle buste paga emesse sono stati regolarmente pagati” cosa vorrebbe fare intendere?
È forse possibile che in una società pubblica sottoposta a controllo analogo di un ente locale ci siano dipendente per i quali non vengono emesse buste paga e quindi non vengono pagati i contributi che sono dovuti?
Incredibile, non è possibile.
Sulla vicenda delle somme dovute conto terzi alle finanziarie al momento lasciamo stare perché il danno fatto ai lavoratori, ormai quasi tutti incolpevolmente nelle black list bancarie, ci torneremo.
Poi abbiamo la questione dei dispositivi di protezione per i lavoratori, anch'essi obbligatori: l'amministratore afferma che non li fornisce perché “ha preferito rogare somme ai dipendenti”. Mah.
Sulle “indennità” viene il mal di testa solo a leggere.
Insomma, siamo punto e a capo e non si capisce cosa facciano gli organi politici d'indirizzo, cioè il sindaco metropolitano, e il controllo analogo della Città Metropolitana di Catania, entrambi già pesantemente avvertiti della pesante situazione dai revisori dei conti.
E la saga continua mentre molti dei servizi che dovrebbe svolgere l'azienda speciale pubblica continuano a venire appaltati, per milioni di euro, a ditte esterne.
Neanche fossimo a Catania.
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