Ci siamo occupati del "neo", si fa per dire, direttore generale del Policlinico di Catania Gaetano Sirna qualche settimana fa, in occasione delle manovre della politicanza sicula per giungere alla sua contestata nomina: messa in discussione per la "banale" ragione che aveva superato l'età massima consentita dalla legge. Cosetta da niente.
E infatti, nel contesto surreale di una Prima Commissione dell'ARS, quella "deputata" al vaglio delle nomine governative, l'assessore alla Salute Ruggero Razza riusciva a far passare, grazie ad assenze ed astensioni pelosissime, le ragioni di un incarico per giungere al quale si è dato fondo alle più ampie fantasie giuridiche, producendo pareri legali che resteranno agli atti di questa interessante fase storica.
Il primo articolo dedicato a questa nomina è dello scorso 7 ottobre e si poneva il quesito sulle ragioni di una nomina che, in aggiunta alla forzatura giuridica, appariva provenire da una sorta di protostoria della politicanza locale dalla quale non si riesce ad uscire.
Il secondo articolo, del 16 ottobre, dava invece conto del brillante risultato ottenuto in Prima Commissione, che con un terzo dei suoi componenti, grazie appunto all'astensione o assenza dei campioni dell'opposizione, dava il via libera a questo ennesimo incarico dell'oramai 67enne top manager.
La premessa è utile per chiarire il contesto della notizia di cui ci si occupa oggi.
Come sappiamo, i fondi messi a disposizione delle varie autorità locali, sanitarie e non, da parte del governo nazionale per fronteggiare l'emergenza Covid sono enormi e persino con significative "deroghe" nelle procedure per giungere agli affidamenti, la cosiddetta "semplificazione".
Da qualche giorno ne stiamo monitorando alcuni centri di spesa, perché è proprio la loro qualità che farà la differenza alla fine di questa terribile storia che rischia di distruggere il tessuto economico e sociale di una terra, la Sicilia, già devastata da decenni di malaffare e clientelismo.
Veniamo quindi al caso di utilizzo di fondi pubblici ed emergenziali, con procedure per di più "semplificate", che sottoponiamo oggi all'attenzione dei nostri lettori.
Tra i provvedimenti che ci hanno destato perplessità la "Deliberazione 161 del 1 dicembre 2020" del Policlinico Universitario di Catania.
È firmata dal direttore generale Gaetano Sirna con l'assistenza del direttore sanitario Antonio Lazzara e segretario verbalizzante Letterio Daidone, responsabile dell'istruttoria Maria Vassallo e direttore del settore competente Maurizio Grasso.
Tutti insieme firmano l'atto.
Già nell'oggetto si apprende che per giungere a questa "trattativa diretta" hanno fatto ricorso alle procedure semplificate per fronteggiare la pandemia: "Affidamnto ai sensi dell'art.1 decreto legge 76/2020...in deroga all'art.36 comma 2 lett a) del dl.vo 50/2016."
In pratica, hanno ritenuto sussistenti le ragioni per superare le soglie imposte dal Codice dei Contratti Pubblici.
E così, affidano a "trattativa diretta" questo incarico che supera di quasi il doppio il limite imposto dal codice dei contratti e si attesta ad appena 2 mila euro al di sotto di quella "derogata per l'emergenza" che si attesta a 75 mila euro.
E quale sarebbe questa "emergenza" per la quale al Policlinico di Catania si fa ricorso alle deroghe sulle procedure del Codice degli Appalti?
Il "Monitoraggio dell'opinione dei cittadini finalizzato alle strategie di comunicazione relative all'emergenza Covid 19."
Possiamo garantire che c'è scritto proprio così, non è un nostro scherzo, basta scaricare l'atto che mettiamo come sempre a disposizione.
Interessante come nel corpo della deliberazione si faccia riferimento alla nota 38840 del 4 novembre con la quale pare sia proprio l'assessorato regionale alla Salute retto dal catanese Ruggero Razza a richiedere alla governance del Policlinico di Catania di svolgere questo essenziale "servizio di monitoraggio sull'opinione dei cittadini finalizzato alla costruzione di strategie di comunicazione finalizzate a divulgare messaggi e informazioni corretti alla popolazione siciliana sull'emergenza Covid 19."
In sintesi, hanno speso, a trattativa diretta, 73 mila euro di soldi pubblici destinati all'emergenza covid per... sapere cosa pensano i cittadini...
...continua
Senza che quanto segue abbia alcuna attinenza con quanto precede, si ribadisce l'opinione che, nel caso di emergenze nazionali per questioni sanitarie, disastri ambientali o di sicurezza decretate dalle autorità preposte, sarebbe opportuno che la Legge prevedesse, in automatico, la DECUPLICAZIONE" delle pene e sanzioni amministrative per reati, sprechi o malversazioni commessi nell'esercizio di attività connesse all'emergenza stessa. PUNTO!